La genitorialità, il dramma dell’utero in affitto, più semplicemente una storia d’amore: Sole di Carlo Sironi, disponibile in DVD CG Entertainment e Officine UBU nonché in streaming su CG Digital, tratta numerosi temi e segna l’esordio di un autore estremamente interessante. Ermanno (Claudio Segaluscio) è un giovane che trascorre le sue giornate tra slot machine e piccoli furti, in attesa di un cambiamento. Lena (Sandra Drzymalska), ragazza polacca, arriva in Italia per vendere la bimba che porta in grembo, così da iniziare una nuova vita. Dietro lauta ricompensa, Ermanno è chiamato ad interpretare il finto padre della bambina, così da permette allo zio di ottenere l’affidamento in maniera rapida, attraverso un’adozione tra parenti. Sole, la piccola, nasce prematura ed ha bisogno di essere allattata al seno: se Lena sembra non nutrire alcun sentimento, Ermanno inizia a prendersi cura di loro come se fosse il vero padre…
SOLE: DALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA UN ESORDIO DEGNO DI NOTA
Presentato in anteprima al Festival di Venezia 2019 nella sezione Orizzonti, Sole è certamente un’opera prima di alto livello. Reduce da alcuni interessanti cortometraggi, che hanno fornito lo spunto per la sceneggiatura del primo lungometraggio, Carlo Sironi ha diretto un film asciutto, essenziale e molto pacato. La sceneggiatura – firmata con Giulia Moriggi e Antonio Manca – è molto cruda: i due giovani protagonisti sono persone sole, estremamente sole, e le loro storie vengono raccontate quasi con tenerezza. Ci troviamo di fronte a ragazzi che non sono mai stati amati da nessuno, con un passato difficile e con un futuro incerto, ed una delle principali qualità di Sole è la capacità di non forzare alcun sentimento da parte dello spettatore, che viene coinvolto nel racconto con naturalezza e sobrietà.
CON SOLE CARLO SIRONI PUNTA DRITTO ALLA STORIA
Sole non è un film sulla maternità, si sofferma infatti soprattutto sulla genitorialità: Sironi ha provato a raccontare – attraverso un caso limite – un momento fondamentale e universale nella vita di due persone, ma diverso per tutti. Se Lena deve gestire una maternità surrogata dopo un periodo assolutamente turbolento, Ermanno deve fingere di essere padre di una neonata ed intraprende un percorso che lo porterà a trovare la propria identità. Il racconto di Sironi ricorda molto il primo Matteo Garrone, senza dimenticare i fratelli Dardenne. Zero ricercatezze stilistiche e linguistiche, una storia dura e cruda che colpisce e coinvolge lo spettatore senza dover fare ricorso a sensazionalismi.
Una scelta molto interessante è l’utilizzo del 4:3, sempre meno utilizzato in Italia ed in grado di fornire un tocco in più: grazie a questo formato Sironi riesce a porre l’accento sui suoi personaggi, sempre in primo piano grazie ad una “semplificazione” dell’inquadratura. La giovane Sandra Drzymalska conferma le sue grandi potenzialità, ma la vera sorpresa è Claudio Segaluscio, alla sua prima recitazione. La fotografia di Gergely Poharnok conferisce un quid in più, mentre il commento sonoro firmato da Teoniki Rożynek non brilla e, al contrario, rischia di risultare fuori luogo.
Sole è un’opera prima di qualità che prova a indagare su un tema molto delicato, smarcandosi da una produzione stantia e “ruffiana”. Sironi ha molto da dire: se queste sono le premesse, non ci resta che vedere il resto.