Fellini Satyricon, film di Federico Fellini ora disponibile in versione restaurata su DVD e Blu ray CG Entertainment, si colloca temporalmente in un momento particolare della carriera del grande regista di Rimini. È un’opera del 1969, ovvero la fine del decennio che ha consacrato Fellini a livello mondiale – La Dolce vita è del 1960, 8 1/2 del ’63 e Giulietta degli spiriti del ’65 – e in qualche modo si configura, quindi, come l’inizio della seconda parte della sua carriera. Se ci pensiamo oggi, Fellini Satyricon ci appare come un momento di rilascio della tensione, come un film che per il regista è pura gioia da fare e scrivere, da mettere in scena e da montare.
D’altronde, il Satyricon non è lontanamente paragonabile alla complessità narrativa e poetica di Giulietta degli Spiriti o 8 1/2. Il romanzo di Petronio, infatti, è una delle tante opere dell’antichità che non ci sono giunte nella sua interezza. Di questa opera, risalente al primo secolo – e scritta presumibilmente quando a Roma regnava Nerone – ci sono rimasti diversi frammenti, lacunosi e incompleti. Ciò che si insegna a scuola e che in qualche modo è rimasto nella cultura popolare è la celeberrima scena della Cena di Trimalcione, vero e proprio esempio di dissolutezza dei costumi e di ricchezza dei ricchi liberti romani.
FELLINI SATYRICON, LA SPIEGAZIONE DEL SIGNIFICATO DEL FINALE
Del Satyricon di Petronio non ci sono pervenuti l’incipit e l’excipit, né tantomeno i filologi sono in grado di ricostruirli. Ciò si riflette naturalmente anche nel Fellini Satyricon, che addirittura finisce “nel mezzo di una frase”. Verosimilmente, ad attirare Fellini e Zapponi – co-sceneggiatore – all’opera c’è propria la sua incompletezza, la quale giustifica la mancanza di una trama precisa e compiuta. Oltretutto, questo fatto lascia la possibilità al regista di Rimini di giocare con gli eventi e di fare l’opera sua, lasciando vagare la propria immaginazione e permettendo di esprimere il gusto e la visione stilistica ed estetica di uno dei più grandi cineasti dello scorso secolo.
FEDERICO FELLINI FIRMA UN FILM CHE NON RACCONTA UNA VICENDA MA UN MODO DI VIVERE
Per questo il Satyricon di Fellini, nonostante possa essere facilmente liquidato come un’opera minore del regista, deve essere inquadrato nel contesto storico e filologico nel quale è stato prodotto. Siamo nel post ’68, post Woodstock e in un momento di rivoluzioni e cambiamenti della società. Essi si riflettono in un film coloratissimo, eccessivo, dai costumi ricchi e con un pronunciato gusto per il grottesco e per le libertà individuali; dettagli, questi, riconoscibili nella scena della Cena di Trimalcione, nella quale Fellini si lascia andare completamente e mette in scena un banchetto pieno di giovani, danzatori, prostitute e pietanze.
Fellini, rispetto all’opera originale, si permette dunque di aggiungere episodi e personaggi, come l’oracolo Ermafrodita – un personaggio che già era in qualche modo presente in Giulietta degli spiriti – o la ninfomane che si accoppia con Asclito per intercessione del marito. La trasposizione cinematografica finisce dunque per prendere in prestito personaggi e titolo, nonché l’atmosfera generale di un racconto “scostumato” e volgare, raccontato da protagonisti scostumati e volgari. Encolpio e Asclito, infatti, sono a metà strada fra i vitelloni di Fellini e i borgatari di Pasolini, poiché tendono a vivere alla giornata, approfittandosi di quello che trovano.
FELLINI SATYRICON È UN FILM SFACCIATO CHE HA ESERCITATO INFLUENZE INASPETTATE
Sono molte le pellicole influenzate da questo lavoro di Federico Fellini, ma tra questa una delle più palesemente debitrici appartiene a un regista di genere, la cui reputazione è ben diversa da quella del grande maestro romagnolo. Dieci anni dopo, nel 1979, sarebbe infatti uscita un’opera erotica di Tinto Brass, Io Caligola, che ha diverse aspetti in comune con Fellini. In primo luogo, lo stesso scenografo e costumista, il due volte premio oscar Danilo Donati, il quale si è divertito in entrambe le opere a costruire un apparato grafico pieno di colori ed eccessi. Il film di Brass, nonostante presenti molte più scene di nudo, come il Satyricon è scevro da qualsiasi tipo di ambizione storiologica. Nessuno dei due film è interessato così tanto a raccontare il passato, quanto a mettere in scena l’eccesso e la lussuria presenti nelle case dei ricchi romani.
Fellini Satyricon è in conclusione un’opera sfacciata e divertente, nella quale Fellini e Zapponi si divertono a “esagerare”, prendendo come base di partenza una folla opera a frammenti e aggiungendo ulteriori particolari, episodi, personaggi per trasformarla in una storia più o meno compiuta. Sarebbe stupido liquidarla come opera minore di Fellini, per il semplice motivo che quando parliamo di un cineasta del genere, dobbiamo evitare di parlare di “opere minori”.