Susanna Nicchiarelli continua nella sua esplorazione dell’universo femminile cinematografico, tornando al Lido in occasione del Festival di Venezia 2020 con Miss Marx, sua ultima regia che arriva dopo la vittoria del Premio Orizzonti per il miglior film con Nico, 1988 nel 2018.
Dopo Nico, 1988 Susanna Nicchiarelli torna al Festival di Venezia con Miss Marx
Dopo il racconto degli ultimi anni di vita di Christa Päffgen, cantante per un breve periodo dei Velvet Underground Nico e musa di Andy Warhol, a prendere la scena questa volta tocca a Eleanor Marx, figlia del filosofo e pensatore tedesco Karl. Una presenza latente ma non per questo meno incombente quella del nome del creatore, assieme a Friedrich Engels (qui nel corpo di John Gordon Sinclair), del Manifesto del Partito Comunista.
Una figura ambigua agli occhi di una figlia che ne conserva un ricordo tanto dolce nel delinearne il rapporto d’amore che lo legava alla moglie, quanto oppressivo nel momento in cui osservato alla luce di una libertà personale e femminile incatenata allo schienale della poltrona (immagine che torna spesso nel corso del girato) dove l’uomo (e gli uomini) del film spendeva gran parte del suo tempo.
Un quadro, quello di Miss Marx, che nel venire pennellato assegna il colore di quel “miss” non riuscendo a smarcarsi da una narrazione che prescinda dalla presenza del sesso maschile come particella generante, sempre vigile nel porsi come motivazione, causa, spinta dietro la forza e la fragilità di Eleanor (la brava Romola Garai).
Un film rivoluzionario solo nella cornice
Eleanor «is a rebel» viene scandito ad alta voce ad un certo punto, ma non siamo più tanto sicuri che a concedere forza a questa affermazione debba ancora essere una musica rock lanciata in più occasioni e varianti come un sasso rivoluzionario e libertario, a maggior ragione nel momento in cui la pellicola della Nicchiarelli (che cura anche la sceneggiatura) lesina e non poco sul presentare il personaggio e quelle che sono le sue azioni e i suoi impegni sociali, lasciati scorrere a parole su un cartello finale dal classico stampo biografico.
Problema che torna direttamente da Nico, 1988 difatti è anche questo, un galleggiare sulla schiena che pone il racconto in una sospensione tra la dimensione prettamente drammatica della storia, con i problemi di cuore e relazionali abbozzati e concatenati alla difficoltà di smarcamento dal rapporto con un maschile, e la sfera storica alla quale un nome proprio come quello assegnato al film vuole parzialmente orientare.
Della Londra nel cuore dell’età vittoriana e nel pieno fermento della seconda fase di industrializzazione (siamo tra il 1883 e 1898) c’è poco e relativamente poco se ne interessa la stessa Eleanor, se non fosse che vengono in soccorso le magnifiche scenografie di Alessandro Vannucci e Igor Gabriel, a suggellare la riuscita confezione bagnata dalla deliziosa fotografia di Crystel Fournier e vendere un prodotto ben incorniciato seppur povero di contenuto. Miss Marx esce in Italia il 17 settembre 2020 con 01 Distribution.