Presentato fuori concorso a Venezia 77, Assandira è il quinto lungometraggio del regista Salvatore Mereu, vincitore nel 2003 del David di Donatello per la migliore opera prima, Ballo a tre passi. In Assandira, come nella maggior parte dei suoi film, Mereu narra la cultura e le tradizioni sarde, affascinanti, ancestrali e antropologicamente ricche di significati. L’isola è come una pietra, dura e affascinante, da osservare nelle sue mille sfaccettature. Una pietra che rappresenta le sue miniere ma anche le sue grandi risorse ambientali, paesaggistiche e culturali. Questa premessa per sottolineare il carattere antropologico di Assandira, liberamente tratto dal libro omonimo di Giulio Angioni e interpretato da Gavino Ledda, lo scrittore di Padre Padrone – romanzo del 1975 che fece scalpore per la dura descrizione del lavoro di pastore. I fratelli Taviani ne fecero un film due anni dopo, conquistando la Palma d’Oro a Cannes. Ledda scrisse il suo romanzo autobiografico dopo essersi emancipato dalla pastorizia, lavoro che il padre lo costrinse a fare dall’età di 6 anni, facendogli abbandonare la scuola. Lo scrittore si ritrova attore all’età di 81 anni ed interpreta Costantino Saru, protagonista del film.
Assandira è la storia di un padre e un figlio, in una Sardegna ancestrale
Costantino Saru è un uomo di temperamento mite, ma dai modi rudi. Suo figlio Mario (Marco Zucca) muore in un terribile incendio, scoppiato nell’agriturismo di famiglia Assandira. Sul posto accorrono i carabinieri che iniziano le indagini insieme al magistrato Pestis (Corrado Giannetti). La mente di Costantino inizia ad andare indietro nel tempo per ricostruire la storia dell’agriturismo. L’uomo ripercorre i momenti che lo hanno avvicinato alla nuora, la tedesca Grete (Anna König), che porta una sferzata di teutonica innovazione tra le campagne sarde e riavvicina padre e figlio, coinvolgendoli in un’impresa turistica dal guadagno assicurato. Dotata di una particolare sensualità, Grete fa di Assandira una sorta di fattoria didattica per adulti, dove turisti provenienti dal Nord Europa si divertono guardando le attività dei pastori. La vita bucolica esternata non è ciò che sembra e dietro le antiche mura di Assandira si nascondono torbidi misteri.
Il film parte bene ma si perde in una trama sbilanciata e poco coerente
La narrazione di Assandira non abbraccia un unico genere e questo è il più grande minus del film. Le pedine in gioco fanno pensare ad un thriller, c’è l’investigatore con le scarpe buone, il maresciallo diffidente, una sola vittima che nasconde un mistero che in realtà è un’evidenza. Le carte si mescolano troppo poco in questo script che corre avanti e indietro nel tempo, perdendo l’essenzialità e la crudeltà di un rapporto difficile tra padre e figlio e di un conflitto continuo tra uomo e natura. Proprio in questo punto Assandira si inceppa, lanciando messaggi confusi in cui non si comprende se si vuole indagare sul senso di colpa per non essere riusciti a sopprimere la propria natura oppure, se al contrario, l’elemento naturale del fuoco purifichi tutte le incongruenze dell’essere umano. Un punto di vista non chiaro, che lascia lo spettatore solo ad indagare sulle scelte registiche ed interpretative. Il regista insiste sulla malizia dell’essere umano, inserendo elementi che rendono il racconto ridondante e anche un tantino grottesco. La semplicità delle immagini iniziali di una Sardegna nuda e cruda, lontanissima da quella cui i turisti sono abituati, vengono sovrastate dal genere del thriller, che risulta forzato e poco in linea con il carattere antropologico del film.
Anna König, da Dark ad Assandira
L’interpretazione migliore è sicuramente quella di Anna König, attrice tedesca vista nella serie di Netflix, Dark. Certamente va elogiato l’impegno e la personalità di Gavino Ledda, che si è prestato ad interpretare Costantino, recitando per la maggior parte del film in lingua sarda. La König si è cimentata con l’italiano ma soprattutto con il personaggio di Grete, che è anche ben scritto. Una donna ambigua, difficile da comprendere che sconvolge la vita di un’intera comunità ma alla fine ne rimane vittima. Nel complesso il film di Salvatore Mereu convince a metà, un vero peccato. Assandira esce nei cinema italiani dal 9 settembre 2020 distribuito da Lucky Red