Può un bravo pizzaiolo con un’istruzione solo elementare essere l’autore di un bestseller? Perché no? Ma per scoprire se è proprio tutto come sembra bisognerà attendere la fine de Il Mistero Henri Pick, del regista francese Rémi Bezançon. Il film, disponibile in home video Mustang Entertainment su distribuzione CG Entertainment, è una commedia che si sviluppa nel solco del thriller e della tensione, non perdendo tuttavia di vista neanche per un secondo la componente della leggerezza che rende il film perfettamente circolare.
IL MISTERO HENRI PICK: SE UN BEST SELLER È SCRITTO DA UN PIZZAIOLO
Ne Il Mistero Henri Pick tutto parte dalla scoperta di un manoscritto nella biblioteca dei libri rifiutati dagli editori. Il volume, un’intensa storia d’amore sullo sfondo della morte del poeta russo Puškin, scala subito le classifiche dei libri più venduti e diventa in breve tempo un caso nazionale. A decretare il successo un piccolo particolare non irrilevante: l’opera è stata scritta da un pizzaiolo, Henri Pick, morto due anni prima. Eppure pare che l’uomo, secondo le testimonianze della sua famiglia e in particolare della moglie Madeleine – accanto a lui per una vita intera – non avesse mai scritto nulla di più lungo della lista della spesa per la sua pizzeria. Figuriamoci poi tutto il resto, a cominciare da Puškin e dalla poesia russa di cui, secondo sempre i suoi congiunti, ignorava perfino l’esistenza.
Come si vede, gli ingredienti del perché il caso monti di giorno in giorno non mancano e ad aumentarli ulteriormente lo scontro quotidiano tra chi crede che il romanzo sia stato scritto da Henri Pick e chi invece non ci crede. Due vere e proprie fazioni che, secondo la più classica delle dinamiche che si sviluppa in questi casi, si auto-alimentano e fanno attrarre sempre più attenzioni sulla vicenda. Tra i “negazionisti” spicca Jean-Michel Rouche, un critico che conduce in TV una trasmissione letteraria di successo ma che, proprio in una puntata di questa trasmissione, maltratterà in diretta la moglie di Henri Pick finendo per venire licenziato. Perso il lavoro e la credibilità, il critico letterario inizierà un lungo percorso per appurare la verità. Una vera e propria indagine in cui, nel momento più nevralgico, troverà inaspettatamente l’appoggio e l’aiuto della figlia del defunto pizzaiolo, Joséphine.
Tutto il resto è suspense “temperata” dall’eleganza che rende il lungometraggio di Bezançon gradevole, mai banale e coerente con i registri scelti dal regista per tutta la durata della pellicola. Ma il mistero più svelato alla fine sarà quello dei comportamenti e delle relazioni umane, distribuite con grande sapienza e con le giuste dosi in ogni fase del film.
NE IL MISTERO HENRI PICK FABRICE LUCHINI AL COMANDO DI UN CAST SOLIDISSIMO
La parte del leone la fa Fabrice Luchini che interpreta lo stravagante e arguto critico letterario da cui partirà l’indagine e la soluzione del caso. Un ruolo che sembra fatto su misura per l’attore, che però come sempre ci mette la sua grande capacità di caratterizzare i propri personaggi fin dentro le pieghe più intime. Lo ricordiamo vincitore della Coppa Volpi alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2015 con il film La Corte, nel quale interpretò un giudice e, sebbene stando per gran parte del tempo dietro lo scranno di un tribunale, diede al suo personaggio sfumature diverse, profonde e di grande potenza. Intorno a lui girano a dovere Camille Cottin (protagonista della serie TV di successo Chiami Il Mio Agente), Alice Isaaz, Bastien Bouillon, Astrid Whettnall, Josiane Stoléru, Marc Fraize, Marie-Christine Orry, Vincent Winterhalter, Louis Descols, Philypa Phoenix, Annie Mercier, Florence Muller e Lyes Salem. Una citazione particolare ad Hanna Schygulla che è sempre un gran piacere vedere sul grande schermo e che non può non riportare alla mente l’indimenticato e indimenticabile regista tedesco Rainer Werner Fassbinder di cui la Schygulla, anch’essa tedesca, divenne una sorta di “musa” in film memorabili tra il quali ci piace citare Il Matrimonio di Maria Braun.