Aaron Paul (Breaking Bad), Hugh Dancy (Hannibal) e Michelle Monaghan (True Detective): bastano questi tre nomi per generare hype ad un appassionato di serie tv. Ebbene, i tre attori sono i protagonisti di quello che è destinato a diventare, negli anni, lo show di punta della piattaforma di streaming Hulu, The Path.
Il pilot, pur essendo introduttivo, mette già molta carne al fuoco.
Una setta chiamata Movimento Meyerista (da Steve Meyer, il nome del “profeta” ancora in vita) fa proseliti accogliendo persone molto problematiche (alcolisti, tossicodipendenti, vittime di abusi domestici ecc.); uno dei leader di questo movimento è Cal Roberts (Hugh Dancy), mentre Eddie Lane (Aaron Paul), membro dell’organizzazione dalla morte del fratello, è sposato con Sarah (Michelle Monaghan), all’interno della setta fin dalla nascita. La coppia vive serenamente assieme (anche se la puntata ci dice che, in passato, tra Cal e Sarah c’è stato del tenero) ma un viaggio in Perù per un ritiro spirituale cambierà Eddie, a causa di una rivelazione molto sinistra che non gli permetterà più di credere ai dogmi della setta.
Hulu quest’anno vuole dire la sua all’interno del panorama seriale americano e, per adesso, ci sta riuscendo benissimo (sia con 11.22.63 che con The Path).
La serie, creata da Jessica Goldberg e composta da 10 episodi, ha un incipit molto interessante che tratta la questione molto delicata, soprattutto in un paese come gli Stati Uniti d’America, delle organizzazioni pseudo religiose; per come viene rappresentato, il Movimento Meyerista sembra il ritratto fedele di Scientology, la controversa organizzazione fondata nel 1953 da Ron Hubbart che tanto clamore ha suscitato nel mondo per i suoi metodi non propriamente ortodossi (l’accusa che gli è stata mossa negli anni è quella di essere in realtà un’associazione a delinquere che compie il lavaggio del cervello nei confronti dei suoi adepti). Dopo aver visto la puntata pilota, è impossibile non fare il paragone tra questo show e The Leftovers, la serie HBO che tratta tematiche molto simili a quelle di The Path; ma se la serie di Damon Lindelof fa del misticismo e del mistero il suo piatto forte, la serie Hulu usa l’elemento religioso come espediente narrativo per raccontare un thriller a tinte fosche con una trama più lineare (il cliffhanger alla fine dell’episodio ha una venatura quasi horror).
Inutile dire che il vero punto di forza (e di richiamo per il pubblico) di The Path sia il suo importante cast.
Michelle Monaghan e Hugh Dancy sono, come era facile immaginarlo, molto bravi ma non c’era alcun dubbio sul fatto che il vero protagonista della serie sia Aaron Paul; il tre volte premio Emmy, non così fortunato sul grande schermo come il suo sodale Bryan Cranston, ritorna in tv impersonando un personaggio drammatico molto sfaccettato e tormentato, in bilico nella scelta tra la sua famiglia e la sua pace interiore (anche se non si può vedere Aaron Paul padre di un ragazzo adolescente…).
Probabile bersaglio di polemiche furibonde in futuro, in America già qualcuno si è spinto a definire The Path come la novità più interessante dell’anno; pur non essendo d’accordo con questa affermazione (i pilot di Vinyl e American Crime Story sono di un’altro livello) non posso negare che, soprattutto dopo quel cliffhanger, la nuova serie di Hulu abbia suscitato la mia attenzione.