C’è un triste omaggio che spunta nel cartello di chiusura di Wildfire, opera prima che la regista nordirlandese Cathy Brady ha presentato in Concorso al 38° Torino Film Festival: una delle due protagoniste del film, Danika ‘Nika’ McGuigan, è infatti morta di cancro appena qualche settimana dopo la conclusione delle riprese. Prima di questo però c’è tanta vita nella pellicola, e in particolare c’è una forte una emotività proprio in quel personaggio femminile interpretato dalla giovane attrice intorno al quale ruotano vorticosamente tutte le vicende raccontate dal film.
Wildfire: due sorelle e un trauma infantile
Le scene di apertura introducono proprio la McGuigan nelle vesti Kelly, una ragazza tra i 20 e i 30 anni che si trova in viaggio verso il Nord Irlanda dopo un lungo periodo passato fuori casa durante il quale è stata data per scomparsa. Il ricongiungimento con la sorella Lauren (Nora-Jane Noone), sposata con Sean (Martin McCann), è però tutt’altro che un gradito ritorno: fa piuttosto riemerge un trauma che le due sorelle avevano vissuto durante la loro infanzia, legato sia alla morte mai chiarita della madre, che all’uccisione del padre, avvenuta durante un attentato dell’IRA durante la famosa “domenica di sangue” a Londonderry. Quando Kelly si sistema in pianta stabile da Lauren e Sean, il rapporto fra le due donne inizia lentamente a esplodere e l’instabilità mentale di Kelly finisce per contagiare anche l’apparente equilibrio che Lauren aveva conquistato.
Nel film l’odio-amore fra due sorelle
Insomma, Cathy Brady attraversa un impianto narrativo con al centro il rapporto di odio-amore fra due sorelle legate reciprocamente da un trauma mai bene elaborato: è qualcosa che al cinema abbiamo visto spesso, dai film di Ingmar Bergman passando dal Melancholia di Lars von Trier, fino ad arrivare a Che fine ha fatto Baby Jane?. Ciò che invece è inedito in Wildfire, è lo sfondo socio-politico che accompagna questo legame intimissimo. Da una parte le tensioni politiche dell’Irlanda del Nord (la lotta armata dell’IRA ma anche la Brexit più volte citata), dall’altra il tessuto economico che fa capolino mentre vediamo Lauren impiegata in un enorme centro logistico stile Amazon, dove la competitività fra i dipendenti va di pari passo con la loro disgregazione umana e sentimentale. Insomma, non è solo la mutevolezza emotiva di Lauren che mette in crisi Kelly: ci sono più forze centrifughe e centripete che avvicinano e allontanano le due sorelle, ma è soprattutto il confronto con il mondo di fuori che mette a rischio la loro stabilità.
In Wildfire due anime in sincrono
Questo tentativo di intrecciare privato e pubblico, insistendo a creare un filo invisibile tra tensioni contrapposte (le due sorelle come l’Irlanda divisa, che sia dalla pace o dalla guerra o piuttosto che dal leave o dal remain), in realtà non riesce davvero pienamente. Andando oltre l’esercizio smaccatamente stilistico dello script di riflettere i traumi di una famiglia con i traumi di un intero paese, Wildfire dà il meglio di sé quando stacca la spina dalla contestualizzazione e si concentra unicamente sul rapporto, nudo e crudo, fra le due sorelle. Nella scena più riuscita in assoluto le vediamo dentro ad un pub danzare animalescamente sulle note di Gloria dei Them (con Van Morrison), mentre si muovono, si abbracciano e si stringono in modo speculare, quasi fossero la stessa persona di fronte ad uno specchio: uno dei pochi momenti in cui le due anime ragionano in sincrono, in cui l’equilibrio perduto è finalmente ritrovato, in cui una follia positiva diventa il minimo comune denominatore di entrambe.
Ecco, a dirla tutta senza queste performance sopra le righe di Nora-Jane Noone, ma soprattutto della compianta McGuigan, forse Wildfire sarebbe rimasto un film, nonostante le ambizioni, decisamente poco incisivo, soprattutto quando nel finale prova a riallacciare i fili in modo abbozzato e disperdendo il vario terreno tematico che si è lasciato alle spalle. Se qualcosa di indimenticabile rimane è il lascito di un’ultima straordinaria interpretazione. Per intensità, rabbia e dolcezza.