Quasi Natale, presentato nella sezione Fuori Concorso/Tracce di Teatro” del Torino Film Festival 2020, è la trasposizione cinematografica dell’omonimo spettacolo teatrale prodotto dalla compagnia Teatrodilina.
In un piccolo paese italiano, a ridosso del Natale, tre fratelli si trovano nella casa dove sono cresciuti. Uno è un imprenditore che vive lontano, una è una donna sopra le righe con evidenti problemi e l’ultimo un piccolo commerciante del settore del caseario che vive ancora lì, nella casa dove sono cresciuti. I tre si trovano lì perché la madre è malata e ha un’ultima cosa che desidera dire ai figli. Insieme ai tre fratelli, inoltre, si troverà in quella casa anche una estranea che somiglia particolarmente a una persona a loro cara.
QUASI NATALE, DALLO SPETTACOLO TEATRALE UN FILM DEGNO DI NOTA
Rispetto alla “gemella” teatrale, la versione cinematografica di Quasi Natale ha mantenuto invariato praticamente tutto il cast, sia artistico che tecnico. Il regista è sceneggiatore è infatti Francesco Lagi (uno dei registi e sceneggiatori di Summertime), mentre i protagonisti, come a teatro, sono Anna Bella, Francesco Colella, Silvia D’Amico e Leonardo Maddalena.
Tuttavia, il film di Lagi riesce a liberarsi di certi manierismi che ogni tanto rovinano le trasposizioni cinematografiche di opere teatrali. Tutti gli interpreti (davvero capaci e calati nei loro ruoli), così come la macchina da presa e la regia, si adattano perfettamente al mezzo cinematografico, rendendo il film una cosa diversa dallo spettacolo, come sempre dovrebbe essere.
IN QUASI NATALE FRANCESCO LAGI RIESCE A COSTRUIRE UN’ATMOSFERA PERFETTA
La pellicola mantiene comunque una struttura teatrale (è tutto girato all’ interno, in poche stanze) nella quale si muovono dei personaggi che abbiamo già visto, in una storia che non è certamente nuova. Sono persone cresciute insieme e che ora vivono vite diverse, sanno poco l’uno dell’altra e si ritrovano per necessità. Hanno voglia di andarsene via ma al contempo sentono la responsabilità di doversi anche minimamente prendere cura della madre, un personaggio che non vedremo mai ma che muove la trama del film.
Quasi Natale sembra un po’ le Le Correzioni di Jonathan Franzen, solo con un’oppressione indiretta da parte delle figure genitoriali. Eppure il principio alla base delle opere è simile, con i fratelli che dispensano consigli l’uno sulla vita dell’altro. Il fratello “mammone” dovrebbe svegliarsi e darsi una mossa, la donna calmarsi, mentre l’imprenditore, quello di successo con la vita apparentemente perfetta, si propone continuamente di dare soldi a tutti per risolvere le loro vite, anche se non è di soldi che hanno bisogno.
Quasi Natale è uno di quelle opere che non vuole farsi attribuire un genere specifico. È una commedia in certe sequenze, quando i protagonisti stanno insieme spensieratamente e non parlano del presente, mentre è un dramma (familiare) quando i fratelli si trovano a dover risolvere i problemi. Ciò che davvero rende speciale questa pellicola è però l’atmosfera, una delle cose più difficili da restituire al cinema. La tensione, l’attesa palpabile che accada “quella cosa” o vengano rivelati ulteriori segreti. Per quella il film funziona così bene.