La serie più violenta, sexy e pulp della televisione è tornata: Banshee, dal primo aprile nuovamente in onda sul canale via cavo americano Cinemax, si appresta quest’anno a chiudere i battenti dopo quattro stagioni di onorato e adrenalinico servizio.
In questa prèmiere la cosa che più salta all’occhio è lo spostamento temporale in avanti di due anni dagli eventi della scorsa stagione.
Ritroviamo il nostro Lucas Hood, lo sceriffo più politicamente scorretto d’America, fuori dalla polizia, intento a vivere come un eremita all’interno di una baracca lontana da tutto e tutti a causa dei suoi sensi di colpa nei confronti dell’amico fidato Job (che si scopre essere stato rapito e in probabile pericolo di morte); Hood però viene raggiunto dal suo ex collega Brock, nel frattempo diventato sceriffo, per ascoltarlo come persona informata sui fatti riguardo l’uccisione di Rebecca, vecchia fiamma dell’ex sceriffo e nipote del boss locale, nonchè nuovo sindaco di Banshee, Proctor (dalla probabile alleanza tra Proctor e Hood è facile aspettarsi uno spargimento di sangue ai danni dei responsabili). Quest’anno inoltre sembra che avrà un ruolo molto importante nella serie anche Bunker, l’ex naziskin pentito divenuto agente: lo vediamo in questa puntata avere una tresca con la moglie di suo fratello Calvin, leader dei neonazi di Banshee (e questo, c’è da giurarci, farà scorrere altro sangue) mentre per ora rimane leggermente defilata la storyline di Carrie (rimasta, dopo la fuga di Hood, ormai senza nessuno accanto).
Questo episodio ha il compito di riposizionare tutte le pedine in vista del frenetico rush finale a cui, si spera, assisteremo nelle ultime sette puntate dello show.
Aveva fatto molto discutere lo scorso anno la decisione, da parte di Cinemax, di chiudere la sua serie di punta alla quarta stagione (e non alla quinta, come aveva dichiarato in passato il produttore esecutivo Greg Yaitanes) ma lo showrunner Jonathan Tropper, per tranquillizzare i fan, pubblicò una lettera spiegando che la decisione era solo frutto di una sua scelta creativa, non imposta da un diktat dell’emittente; dopo aver visto molte serie importanti che, nel corso del tempo, sono calate drasticamente di qualità (in nome degli ascolti), la scelta da parte di Tropper di chiudere la serie nel suo momento migliore è da considerarsi considerarsi davvero coraggiosa e, incrociamo le dita, potenzialmente vincente.
Sarebbe stato spiacevole vedere uno show importante come Banshee, che ha riscritto le regole del genere pulp in televisione, autodistruggersi in nome di cieche politiche di network ma, fortunatamente, questa prima puntata ci dice una cosa molto chiara: gli abitanti della Città del Male sono tornati e sono pronti a mettere a ferro e fuoco il piccolo schermo!