Presentata in anteprima nella sezione parallela Encounters del Festival di Berlino 2021, The Girl and The Spider (titolo originale Das Mädchen und die Spinne) è l’opera seconda del regista svizzero Ramon Zürcher, otto anni dopo il suo debutto alla regia (presentato sempre a Berlino). Lungometraggio scritto e diretto assieme al fratello gemello Silvan Zürcher, il film si concentra sulla complessità delle relazioni umane e sul cambiamento.
THE GIRL AND THE SPIDER È INCENTRATO SULLA STORIA DI UNA RAGAZZA CHE AFFRONTA UNA FASE DI PASSAGGIO
Lisa (Liliane Amuat) è una ragazza che, dopo aver vissuto tanti anni in un appartamento assieme agli amici Mara (Henriette Confurius) e Markus (Ivan Georgiev), decide di andare a vivere per la prima volta da sola, un passo inevitabilmente importante per la sua vita. Tra ricordi e legami affettivi, questo cambiamento provoca ai ragazzi (soprattutto a Mara) un tourbillon di forti emozioni.
NONOSTANTE LA CURA ESTETICA E IL MESSAGGIO DI FONDO, THE GIRL AND THE SPIDER È UN FILM NON COMPLETAMENTE RIUSCITO
La principale qualità di The Girl and The Spider, vincitore del premio per la Miglior Regia del concorso di Encounters (in ex aequo con Social Hygiene di Denis Côté), è indubbiamente la sua cura estetica: i gemelli Zürcher, attraverso riprese a camera fissa, mettono in scena una fase di transizione importante (ben rappresentata dalla soluzione narrativa del trasloco) utilizzando tempi molto dilatati, per permettere a chi guarda di apprezzare ogni passaggio della microevoluzione di Lisa e di coloro che la circondano. All’interno del film aleggia, in tutta la sua durata, un grande senso di malinconia (grazie soprattutto alle performance degli attori) ma anche una straordinaria vitalità che permette ai protagonisti di guardare avanti per affrontare nuove sfide; inoltre tutto lo spettro dei sentimenti e dei desideri umani (dall’attrazione sessuale all’odio, niente è escluso) viene rappresentato sullo schermo, anche in modo esplicito.
Tuttavia The Girl and The Spider ha un problema fondamentale: è una pellicola che, a causa di un approccio non sempre coerente, crea aspettative illusorie. I due registi impostano il film, soprattutto nella prima parte, quasi come se fosse un’opera di Michael Haneke: dietro l’apparente tranquillità del microcosmo familiare (esasperata dall’assenza di movimenti di macchina), alcune azioni inquietanti dei personaggi sembrano preparare la premessa per un’improvvisa esplosione del caos. Eppure tutto ciò non accade: nonostante ci siano sequenze surreali ed oniriche destabilizzanti, Ramon e Silvan Zürcher decidono di non spingere sull’acceleratore mantenendosi su un tono più pacato e sentimentale fino al finale.
Certo, un pizzico di coraggio in più avrebbe sicuramente giovato al lungometraggio, ma The Girl and The Spider è in grado comunque di regalare un’esperienza coinvolgente allo spettatore grazie alla messa in scena e alla profondità del messaggio di fondo contenuto al suo interno.
immagine di copertina © Beauvoir Films