Un Padre, film Netflix di Paul Weitz, è basato sul romanzo di Matthew Logelin Un Padre – Crescere Insieme. La dramedy vede Kevin Hart nei panni del giovane vedovo Matt, che si prodiga per garantire un’infanzia serena alla figlia nonostante la sua particolare situazione. Anche se non privo di cliché e quindi caratterizzato da scarsa originalità, il lungometraggio coinvolge comunque con la sua parabola di crescita personale e acquisizione di consapevolezza, forte di un tema universale come le difficoltà e le paure verso l’ignoto tipiche della genitorialità.
Un Padre: nel futuro il riscatto dal passato
Sin dalle prime scene, la sceneggiatura di Un Padre rende evidenti i tratti principali della personalità del protagonista Matt, che sono il necessario punto di partenza di un’evoluzione obbligata. Il personaggio interpretato da Kevin Hart è infatti fin troppo spiritoso ma al contempo egoista e scarsamente empatico: un immaturo, insomma, che ben presto dovrà fare i conti con il dramma. La moglie Liz (Deborah Ayorinde) morirà infatti di parto, e il neo-papà vedovo si vedrà suo malgrado a cercare riscatto nelle asperità della vita. Il desiderio di crescere nel migliore dei modi Maddy (Melody Hurd) lo costringerà ad affrontare i fantasmi del passato per evitare di fare come suo padre che lo abbandonò in tenera età, ma certi lati del suo carattere si riveleranno particolarmente difficili da smussare.
Dopo About a Boy e Grandma, Weitz torna a raccontare temi a lui cari
Paul Weitz, che pure ha all’attivo commedie demenziali come American Pie e Vi Presento i Nostri, qui si muove in realtà su un terreno a lui congeniale. Nella sua filmografia infatti troviamo un paio di titoli che per tono e tematiche sono estremamente affini a Un Padre: parliamo del grande successo commerciale con Hugh Grant che fu About a Boy (co-diretto col fratello Chris) e del meno noto Grandma – in cui la sempre straordinaria Julia Garner interpretava una ragazza madre.
Storie che, come questa, sono sostanzialmente parabole su adulti immaturi che supereranno i propri limiti grazie alla presenza di un bambino. Weitz gioca sul sicuro insomma, e nonostante i fasti della pellicola con un giovanissimo Nicholas Hoult siano lontani, riesce a toccare le note giuste. Il problema è che per farlo ricorre a topoi che sembrano usciti da un manuale di sceneggiatura di Blake Snyder o di Syd Field. Idee che hanno fatti grandi film come Kramer Contro Kramer – evidentemente principale punto di riferimento di Weitz, che saccheggia a piene mani più di una scena – ma che ormai risultano consunte e discretamente polverose.
Un Padre e alcune scelte di scrittura troppo ‘pilotate’
Punto di forza di Un Padre sono ovviamente i temi del dolore e dell’empatia, eppure la questione del lutto è trattata diversamente da come ci si aspetterebbe. Matt è ovviamente disperato per la perdita di Liz, eppure non vediamo una vera e propria elaborazione del lutto. Il fatto che torni presto – apparentemente – di buon umore e che gestisca con difficoltà un nuovo rapporto sentimentale lascia quindi porte aperte all’interpretazione.
Anche alla luce della resa del rapporto tra il protagonista e i suoi amici, il cui tentativo di sostenere il vedovo sembra a tratti semplicistico e superficiale, viene però il dubbio che il risultato finale sia dovuto non tanto a meditate scelte di scrittura quanto a un uso grossolano e a volte poco realistico di meccanismi narrativi.
Il tono consolatorio di Un Padre è la sua principale risorsa e il suo principale problema
Pur non brillando per originalità e avendo alcuni passaggi tagliati con l’accetta, Un Padre è un film capace di rivendicare un meritorio equilibrio: le ambientazioni piacevoli, il color grading caldo e il discreto commento musicale concorrono con efficacia a definire un tono confortante che ben controbilancia l’amarezza del soggetto. Weitz sembra suggerire che, tanto più quando si ha l’onere di crescere una bambina nel migliore dei modi, la vita può andare oltre certi capitoli nerissimi, addirittura con una certa dose di spensieratezza e ottimismo. La vita vera probabilmente non sempre sa essere altrettanto serena.