Beckett (in origine Born to be Murdered), film Netflix presentato alla 74. edizione del Festival di Locarno, racconta di Beckett (John David Washington), un uomo che dopo un grave incidente d’auto, in una Grecia oppressa da proteste e scontri, deve scappare per non essere ucciso.
BECKETT, JOHN DAVID WASHINGTON IN FUGA DALL’IGNOTO
Dopo un tragico incidente stradale in cui la fidanzata April (Alicia Vikander) perde la vita, Beckett è solo, perso e rassegnato a vagare tristemente per le strade greche, fino a quando non ritorna sul luogo dell’incidente: lì da semplice osservatore diventa una vittima. Una donna e lo stesso poliziotto che lo aveva interrogato dopo il triste evento lo inseguono per le campagne locali, armati e con l’intento di ucciderlo.
Seguiranno tragici e contorti accadimenti che porteranno Beckett a dubitare di tutto e di tutti, a non tralasciare alcun dettaglio e a lottare con tutta l’anima per salvarsi da qualcosa che non conosce. Le tante domande che tormentano la mente dell’uomo troveranno risposte in complotti politici, inganni e spiegazioni al limite dell’immaginabile.
NEL FILM NETFLIX BECKETT UNA CACCIA IN STILE PREY
Beckett trova un suo corrispettivo nel film di produzione tedesca Prey, anch’esso prodotto per Netflix sempre nel 2021, diretto da Thomas Sieben. Film molto poco conosciuto e che ha ricevuto un’accoglienza ostile da parte della critica, ma comunque interessante per valutarne gli elementi in comune con questa pellicola diretta dall’italiano Ferdinando Cito Filomarino: una vera e propria caccia all’uomo, all’apparenza senza un ragionevole motivo, in cui esseri umani si trovano in fuga dai loro simili che vogliono vederli morti.
Per questi fuggiaschi psicologicamente provati, impauriti, ignari di come reagire a circostanze di cui non conoscono le cause, diventa fondamentale leggere nella mente dei propri carnefici, capire cosa cerchino e tentare di soddisfarli senza morire. L’alternativa è diventare a propria volta spietati assassini, facendosi forti di un istinto di sopravvivenza capace di avere la meglio su ogni convinzione o paura.
BECKETT E QUELLA GRECIA DI RIVOLTE E PROTESTE. UNA STORIA VERA?
Uno degli elementi più interessanti di Beckett è come punti lo sguardo verso una realtà poco documentata o considerata dal mondo del cinema. Infatti ci troviamo in una Grecia divisa tra estremismi di destra (chiaro il rimando ad Alba Dorata) e di sinistra, sferzata da manifestazioni di piazza e tumulti ai limiti della guerra civile che non possono non riportare alla mente la sollevazione di Piazza Syntagma ad Atene nel 2011. Alcune di queste sono piuttosto violente, tanto da spingere i due protagonisti a spostarsi in una zona più tranquilla per non avere problemi.
Una Grecia ben diversa dal paradiso turistico che si aspettava il protagonista, e che generalmente ritroviamo nella narrativa cinematografica, fa così da sfondo a un impianto narrativo che si regge su doppio gioco e inganno, pilastri sui quali si sviluppa progressivamente l’elemento thriller del film. Il sovvertimento delle aspettative e delle convinzioni del protagonista diventa quello dello spettatore, in un faticoso lavoro di lacerazione della facciata che cela la realtà davanti alla quale i pezzi del puzzle si ricompongono.
Seppur frutto di fantasia, con le sue venature di giallo politico Beckett finisce per espandersi oltre la dimensione filmica e trovare nei rimandi al reale una risorsa che compensa qualche limite di un’opera di finzione in partenza non troppo ispirata o originale.