Al suo terzo lungometraggio da regista, l’autore e conduttore televisivo Pierfrancesco Diliberto (in arte Pif) si cimenta con un nuovo genere pur non snaturando il suo stile. E Noi Come Stronzi Rimanemmo a Guardare, pellicola presentata alla Festa del Cinema di Roma e disponibile in sala il 25, 26 e 27 ottobre 2021 prima di approdare su Sky, pone l’accento su una tematica quanto mai cruciale nell’era delle app e degli algoritmi che condizionano sempre di più le nostre vite.
Il protagonista di E Noi Come Stronzi Rimanemmo a Guardare è un manager che si ritrova a lavorare come rider
Arturo Giammarresi (Fabio De Luigi) è un manager brillante che riesce ad introdurre nella sua azienda un algoritmo in grado di ottimizzare il lavoro al suo interno; rimane però vittima della sua stessa invenzione, diventando superfluo per la sua società: Arturo infatti in breve tempo perde l’occupazione, la compagna e gli amici. Si ritrova, alla fine, a dover lavorare come rider: l’unico suo motivo di consolazione è Stella (Ilenia Pastorelli), un ologramma prodotto da un app. Nella settimana di prova gratuita l’uomo si lega moltissimo a Stella ma, quando capisce che non può permettersi di rinnovare l’abbonamento, cerca di darsi da fare per ritrovare se stesso.
Dopo essersi concentrato sul nostro passato per raccontare la Sicilia e l’Italia, Pif questa volta utilizza il futuro distopico con l’intento di fare luce sulla società occidentale (e non) di oggi.
E Noi Come Stronzi Rimanemmo a Guardare ibrida commedia e genere per riflettere sul presente
Nonostante sia di base una brillante commedia romantica, E Noi Come Stronzi Rimanemmo a Guardare lancia un monito sugli effetti collaterali dell’evoluzione (o dell’involuzione, dipende dai punti di vista) di un sistema che tende a trasformare gli uomini in automi, sempre più precario e dipendente dalla tecnologia. L’amarezza del messaggio di fondo però non condiziona i momenti comici del film, ben dosati e costruiti con perizia da parte del regista e di Michele Astori (co-sceneggiatore della pellicola). Il creatore della popolare trasmissione Il Testimone inoltre dimostra di aver acquisito una maggiore maturità dietro la macchina da presa, con una regia fluida e tecnicamente ineccepibile.
Certo, se cerchiamo l’originalità in E Noi Come Stronzi Rimanemmo a Guardare siamo fuori strada: prendendo spunto dalla miglior fantascienza degli ultimi anni (da Lei di Spike Jonze a Black Mirror) e dall’ultimo Ken Loach (Sorry We Missed You), il lungometraggio ha una chiara natura derivativa; tuttavia il target di riferimento di Pif – più generalista – potrà trovare nel film molti spunti di riflessione. Le scelte di casting, non troppo scontate, aiutano a calarsi con naturalezza nei personaggi: Ilenia Pastorelli e – soprattutto – Fabio De Luigi sono convincenti, mentre lo stesso Pif funziona ottimamente in un ruolo secondario molto divertente.
E Noi Come Stronzi Rimanemmo a Guardare è la dimostrazione che la commedia all’italiana sia dura a morire: già solo per questo motivo, per il suo tentativo di mantenere vivo questo prestigioso filone, il regista palermitano merita un plauso.