Spider-Man – No Way Home, ultimo film della trilogia diretta da Jon Watts e guidata dal direttore dei Marvel Studios Kevin Feige, ha innanzitutto rappresentato un solido segnale in difesa della Sala: al debutto italiano del 15 dicembre 2021 il film ha incassato in un solo giorno ben 3 milioni di Euro; una cifra impressionante alla luce del box office degli ultimi due anni. Niente streaming su Disney+ però stavolta, né gratis né con VIP pass, né in contemporanea né con finestra ridotta, perché essendo una coproduzione con Sony risente degli accordi presi nell’aprile 2001, per i quali fino al 2026 è previsto un passaggio prioritario su Netflix.
LEGGETE TRANQUILLI, NON CI SONO SPOILER
Spiderman 3, le ragioni dietro un esordio al box office sbalorditivo
Molti i fattori che possono aver inciso su un tale sbigliettamento record (per fare un paragone, Freaks Out ha incassato 2,6 milioni in mesi di programmazione): il fatto che sia il primo film del MCU con personaggi veramente popolari a uscire da quando è iniziata la pandemia, la volontà degli spettatori di salvaguardarsi da eventuali spoiler andando al day one e magari l’introduzione del green pass rafforzato che ha svolto un ruolo nel riportare più pubblico al cinema. In ogni caso il confronto con Eternals (fin qui primo incasso italiano stagionale assoluto con circa 8,4 milioni a fine corsa) è comunque ragguardevole.
SPIDER-MAN E I FANTASMI DEL NATALE PASSATO: TORNANO I CATTIVI DEI VECCHI FILM
«L’amichevole spider-man di quartiere» Tom Holland torna ovviamente insieme al solito corollario di volti noti, da Marisa Tomei (zia May) a Zendaya (MJ) passando per Jacob Batalon (Ned), ma stavolta a condividere lo schermo troviamo – tra gli altri – un Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) che già dalla serie Marvel – What If si è dimostrato centrale per il multiverso, insieme a villain storici incontrati nei vecchi film che avevano per protagonisti Tobey Maguire e Tom Holland, tra cui Doctor Octopus (Alfred Molina), un nuova versione di Electro (Jamie Foxx) e Goblin (Willem Dafoe). Niente che non fosse già stato ampiamente anticipato dai trailer.
Il multiverso esiste davvero? La fisica quantistica e la vera scienza dei mondi paralleli
A permettere un cross-over così particolare, una libera interpretazione di una teoria scientifica realmente esistente sugli universi multipli, che al tempo della presentazione nel 1957 causò la derisione del suo creatore da parte della comunità scientifica ma che oggi è tra quelle più seriamente prese in considerazione anche in relazione alle peculiarità della meccanica quantistica. Parliamo della teoria dell’interpretazione a molti mondi della realtà, la cui prima paternità è riconosciuta al fisico Hugh Everett III – peraltro genitore di Mark Oliver Everett, alias Mr. E della band alt-rock Eels, che gli ha dedicato il bellissimo documentario Parallel Worlds, Parallel Lives.
La trama senza spoiler di Spider-Man – No Way Home
Spider-Man – No Way Home si pone in diretta continuità con il precedente capitolo del 2019, Spider-man: Far From Home, nel quale Mysterio (Jake Gyllenhaal) aveva rivelato l’identità di Peter Parker al mondo intero, accusandolo di essere un omicida e non un eroe. Peter, che nel frattempo si è diplomato e ha fatto domanda di ammissione al MIT, deve così fare i conti con il suo ruolo da Tessiragnatele, che è ormai di dominio pubblico.
Indeciso sul da farsi, chiede aiuto a Doctor Strange, ma qualcosa va storto e dal Multiverso iniziano a piombare villain di ogni sorta. Ancora provato dal lutto per Tony Stark ma motivato a trovare la sua strada, Peter si ritroverà in un caleidoscopio di personaggi, cambi di scena e confronti al cardiopalma.
SPIDER-MAN – NO WAY HOME E IL ‘MULTIVERSO’ DI UN ADOLESCENTE CHE SI SCOPRE ADULTO
Spider-Man – No Way Home, non dovendo più lavorare sull’introduzione del contesto e dei personaggi, risulta senza dubbio il film più adrenalinico della trilogia e può schiacciare il pedale sull’acceleratore garantendo una tensione altissima sin dal suo inizio. Non manca ovviamente l’immancabile ironia che caratterizza l’MCU e in particolare l’Uomo Ragno più giovane visto sul grande schermo, nonché i riferimenti alla tecnologia e alla (fanta)scienza ai quali ci hanno preparato lentamente le serie TV Marvel di Disney+ a partire da Loki.
La doppia personalità degli antagonisti piombati in scena in Spider-Man: No Way Home è un elemento cruciale per definire, indirettamente, la psicologia dello stesso Arrampicamuri. Peter Parker, provato dal senso di responsabilità legato al suo smascheramento, sarà costretto a un’improvvisa maturazione che – a completamento del percorso già iniziato in Avengers: Endgame – lo trasporterà più compiutamente verso l’età adulta.
Dai fumetti ai film, la spiegazione è in un coming of age infarcito di azione
La fortunata frase «da un grande potere derivano grandi responsabilità», comparsa originariamente sull’albo numero 15 del fumetto Amazing Fantasy ma divenuta celebre grazie al primo Spider-Man (2002) di Sam Raimi, di film in film, di incarnazione in incarnazione, seppur sotto traccia è diventata un vero leitmotiv capace di rappresentare la quintessenza del personaggio. E mai come in questa pellicola l’Uomo Ragno di Tom Holland dovrà confrontarsi con tale idea, che ha direttamente a che fare non solo con l’elemento supereroistico della storia ma anche con quelli da coming of age tipici della saga.
La sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik Sommers, veterani della trilogia, insiste infatti su molti temi prettamente adolescenziali, come le insicurezze tipiche dei teenager e la loro enfatizzazione operata (anche) dai media. Dal rifiuto sociale e scolastico alla cura del prossimo fino all’affermazione di sé, sono veramente tante le tracce che i due autori aprono in un film il quale, a conti fatti, rimane comunque un action. La regia di Jon Watts, anche lui per la terza volta di fila dietro la macchina da presa, dal canto suo aiuta tale percorso narrativo sottolineando attraverso un framing diagonale o capovolto tanto la condizione emotiva del protagonista quanto il ribaltamento e la perdita di coordinate tipici del multiverso.
SPIDER-MAN 3 – NO WAY HOME E UN LOOP CHE RICOLLEGA AL DOCTOR STRANGE DI SAM RAIMI
Quello della trilogia è un formato cui la Settima Arte è particolarmente affezionato e, come d’altronde cantano i De La Soul nel loro successo del 1989, “three is the Magic number». Questo Spider-Man 3 del MCU non sarà forse perfetto, ma è un lavoro decisamente riuscito: sincero, divertente, amaro quanto basta, e capace di segnare un punto di svolta tanto nell’universo legato all’Uomo Ragno quanto nel Marvel Cinematic Universe in generale – i frutti li vedremo soprattutto in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, nuovo installment in uscita nel 2022 per la regia di Sam Raimi.
Sono passati quasi 20 anni da quando proprio il primo Spider-Man di Raimi, della Sony, cambiava per sempre l’impostazione di un certo tipo di cinecomic segnando il futuro dei Marvel Studio a marchio Disney. Oggi sta all’incarnazione di Spidey col volto di Tom Holland chiudere un cerchio con quell’idea di supereroismo, con una ragnatela che parte dal Doc Ock di Molina e arriva ai nuovi eroi Marvel.
‘Into the Spider-Verse of Madness’
Un omaggio live-action ai tanti protagonisti che hanno reso coinvolgenti le avventure dell’Uomo Ragno in un ventennio glorioso ma fin troppo denso di svolte non sempre felici, analogo per certi versi al tributo animato già fatto dall’ottimo Spider-Man – Un Nuovo Universo. Spider-Man 3 – No Way Home non solo non sfigura nel confronto con Into the Spider-Verse, ma non delude nessuna delle pur alte aspettative: è senza dubbio uno dei migliori film sul title character, nonché uno dei più importanti del MCU.