The Hill Where Lionesses Roar (Luaneshat e Kodrës), debutto registico dell’attrice franco-kosovara Luàna Bajrami, ha avuto la sua prima internazionale alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2021 e poi è stato presentato in anteprima italiana al Trieste Film Festival 2022. La ventenne Bajrami, vista come interprete in Ritratto della giovane in fiamme (2019) e La Scelta di Anne (2021) con The Hill Where Lionesses Roar palesa il suo precoce talento non solo dietro la macchina da presa ma anche come sceneggiatrice.
DI COSA PARLA THE HILL WHERE LIONESSES ROAR? LA TRAMA DEL FILM
Tre ragazze vivono in un piccolo paese in Kosovo e sono afflitte dalla routine. Soffocate dalle poche speranze offerte dall’ ambiente di provincia, decidono di darsi al crimine, per risollevare il tono della loro vita.
PLËSNA: IL PAESE DEL KOSOVO FA DA CORNICE A THE HILL WHERE LIONESSES ROAR
Sono ambientazioni semplici, quotidiane, quelle offerte dalla Bajrami in The Hill Where Lionesses Roar. Le protagoniste vivono bloccate nella monotonia di una vita che soffoca – da cui il desiderio di evasione. Proprio la giovinezza, qui rappresentata con un velo di poetica malinconia, è però il motore del cambiamento. Un mutamento reso possibile dall’infrazione delle regole e restituito nella forma di un ruggito simbolico.
LE INQUADRATURE DELLA BAJRAMI SEMBRANO VOLER BLOCCARE LA VITA
The Hill Where Lionesses Roar, oltre a presentare lo stile di un teen-drama, va a soffermarsi sulla solitudine della piccola cittadina in cui è ambientato. Nido e prigione per le protagoniste, alcuni scorci di Plësna sono spesso oggetto della macchina da presa. I luoghi, la cui inquadratura sostenuta crea l’effetto di un fermo immagine, sono il linguaggio utilizzato da Bajrami per raccontare il senso di immobilità della provincia.
THE HILL WHERE LIONESSES ROAR E I LUOGHI INCAPSULATI NEL TEMPO
Nonostante questa sofferenza apparentemente monotematica, The Hill Where Lionesses Roar mostra un’intrinseca ambivalenza. Quei luoghi sono infatti custodi dell’infanzia, degli affetti e delle relazioni personali. Tuttavia, essi proteggono un insieme di usi e costumi incapsulati nel tempo (come mostrano le tradizioni kosovare proposte in una scena), segno di un’identità che vuole resistere.
LA LOTTA GIOVANILE CONTRO LA MODERNITÀ ASSENTE
Non c’è modernità a Plësna, per questo le protagoniste – figlie di un nuovo tempo – decidono di compromettere quel sistema. In The Hill Where Lionesses Roar, l’atto illegale diventa il modo tramite cui siamo trasportati in questa necessità di trasgressione.
Con quella sorta di urlo baccanale, le “leonesse” infrangono la quarta parete e mostrano al mondo il loro desiderio. Proprio all’ immobilità della cittadina, al silenzio delle campagne, le protagoniste vogliono contrapporre la loro voce assordante.
L’ATTO CRIMINALE SPEZZA IN DUE LA NARRAZIONE DI THE HILL WHERE LIONESSES ROAR
Ma l’urlo non basta, c’è bisogno di un riscatto reale. E se l’università non concede evasione, la decisione finale curva sul crimine – come unico modo di rompere la patina dell’ordinario. La narrazione di The Hill Where Lionesses Roar viene così spezzata da un atto che getta il film in un tono più drammatico. Per contrasto all’apparente idillio della prima metà del film, tutto il male e la sofferenza emergono e devono essere fronteggiate.
IL PUNTO DI FORZA DEL FILM È LA SUA ESSENZIALITÀ
The Hill Where Lionesses Roar è un film semplice – per scelta attoriale, ambientazione, script. Eppure sa farsi ascoltare, senza avere veramente bisogno di urlare. Il silenzio delle confessioni, dei piani e dei progetti, la quiete campagnola che avvolge e anestetizza sono il modo in cui la Bajrami mette in scena forse se stessa, forse la sua vita. Tra l’altro, come lei stessA afferma, Plësna è il paese originario di sua nonna.
THE HILL WHERE LIONESSES ROAR CHIEDE ALLO SPETTATORE DI ABBANDONARE LA TRANQUILLITÀ
Allo stesso tempo, The Hill Where Lionesses Roar è un dramma che non lascia da parte la normalità della vita adolescenziale: amori, trasgressioni, tradimenti, sessualità. Un film che obbliga a lasciare le spiagge della tranquillità, per spostarsi verso lidi più impetuosi, pericolosi se visti dalla prospettiva del provincialismo.
Nel suo complesso The Hill Where Lionesses Roar è un buon dramma perché dosa bene il sovversivo e il malinconico, la calma e l’eccitazione, il silenzio e le urla. Lavorando su questa dicotomia, Bajrami riesce a toccare il cuore dello spettatore, in quanto lo fa con inattesa semplicità, concludendo con un inno non retorico all’amore libero.