Stitches – Un legame privato, film del regista serbo Miroslav Terzić (Redemption Street, 2012) presentato alla Berlinale nel 2019, è disponibile in home video CG Entertainment – Trent Film. Ispirata a eventi reali e scritta dalla sceneggiatrice di Dio è Donna e Si Chiama Petunya Elma Tataragic, la pellicola è un nero affresco in cui delle esistenze disperate sono solo pedine sulla scacchiera di un sodalizio criminale.
STITCHES, NEL FILM DI MIROSLAV TERZIĆ UNA TERRIBILE STORIA VERA
Stitches racconta di una sarta di Belgrado, Ana (Snezana Bogdanovic), la quale ritiene che il figlio dichiarato morto diciotto anni prima, quand’era neonato, in realtà sia ancora vivo e che dietro alla sparizione ci sia un complotto ordito con la complicità dell’ospedale. La storia è ispirata a ciò che realmente è accaduto a Drinka Radonjic, la quale per anni ha lottato contro tutto e tutti per trovare la verità su una realtà terribile e drammatica. Drinka, infatti, è solo la punta dell’iceberg: sono più di 500 le famiglie a cui negli anni ’80 e ’90 è stato portato via un figlio in fasce per poterlo rivendere ad un’altra famiglia. Una pagina nera della storia serba – non l’unica, purtroppo – che ancora oggi fa interrogare sugli abissi raggiungibili dall’immoralità di certe reti criminali.
STICHES DI TERZIĆ E CHANGELING DI EASTWOOD: DUE STORIE PARALLELE
Nel 2008 Clint Eastwood produsse un film dalla tematica decisamente affine, Changeling, in cui vediamo una Angelina Jolie pronta a tutto pur di ritrovare il figlio perduto, costretta a lottare contro persone, forze dell’ordine e un contesto socioeconomico decisamente sfavorevole. Con i dovuti distinguo per l’ambientazione – geografica e temporale – delle due storie, entrambi testimoniano due storie vere, testimoniando come a latitudini diversissime certi orrori possano replicarsi con sinistra somiglianza. Eastwood e Terzić hanno entrambi saputo traslare sulla pellicola tali avvenimenti con tatto e moderazione, senza ricadere in grotteschi eccessi ma rappresentando la realtà per ciò che è stata. È forse proprio questo a renderne così amara la visione.
STITCHES E UNA MADRE SOLA CONTRO TUTTI
Terzić adotta uno stile piuttosto cupo, in linea con ciò che racconta: i luoghi rappresentati sono decisamente poco invitanti, spesso presentati come desolati. Ana stessa viene sovente mostrata isolata nel mezzo di un location deserte, come quando viene picchiata in un parco o quando si aggira in ospedale. Questa scelta stilistica è decisamente in linea con ciò che la protagonista è costretta ad affrontare, in quanto persegue nel suo obiettivo in solitudine ma con determinatezza, e rafforza l’amaro messaggio del film unitamente alla fotografia caratterizzata dallo split toning e da tinte desaturate. Stitches in fin dei conti, ancor prima di raccontare il dramma di una madre che fa di tutto per ritrovare il proprio figlio, è proprio questo: un dramma della solitudine.