Stranger Things 4 – volume 2: la penultima puntata e il finale di stagione della serie con Millie Bobby Brown debuttano in streaming su Netflix dopo un ritardo inizialmente non voluto, che ha portato a un’inusuale separazione dello show in due blocchi narrativi resi disponibili a poche settimane di distanza l’uno dall’altro.
Stranger Things 4, divisa in due parti per un gran finale fuori scala
La spiegazione di tale scelta distributiva sta nella complessa post-produzione. I due episodi che hanno la durata monstre – rispettivamente – circa un’ora e mezza e due ore e mezza hanno infatti un alto valore produttivo nonché una quantità di VFX con non molti precedenti nel mondo della serialità televisiva.
Se della prima parte della stagione vi abbiamo già parlato nella nostra recensione di Stranger Things 4 – Volume 1, della seconda parte va detto che ovviamente il fulcro è lo scontro finale con l’antagonista dal sottosopra Vecna. Mentre Undi apparirà presto pronta ad affrontare il nuovo nemico, i suoi amici saranno costretti a dividersi per attaccare congiuntamente il villain su due fronti, con un piano ad alto rischio di fallimento.
STRANGER THINGS 4: LA NECESSITÀ DI CAMBIARE TUTTO PER NON CAMBIARE NIENTE
Sono pochi gli show che riescono a mantenere un livello costante col progredire delle stagioni, e la casistica è ancor più sconfortante se non parliamo di drama puri. Stranger Things, dopo l’incredibile impatto di una prima stagione che ha colto tutti di sorpresa, ha dovuto giocare ad accrescere la posta in gioco potendo far sempre meno affidamento sulle dinamiche iniziali – anche perché i ragazzini di allora adesso sono maggiorenni, almeno nella vita reale.
Nel corso degli anni gli esiti sono stati altalenanti ma Stranger Things 4, pur soffrendo di una certa ripetitività, sa rimanere fedele all’identità della serie mentre amplia il mondo narrativo e riadatta tono e tematiche ai suoi protagonisti in divenire. Insomma, la creatura dei registi e sceneggiatori Duffer Brothers continua a funzionare bene.
Dopo una stagione di lontananze si combatte ‘distanti ma uniti’ lo scontro finale con Vecna
L’intreccio si risolve efficacemente lasciando aperte nuove e apocalittiche prospettive sulla stagione 5 di Stranger Things, l’ultima stagione. L’episodio finale dà un senso ai mille rivoli narrativi facendoli confluire in una chiusura ad effetto ma restando fedele al gioco di distanze che ha caratterizzato la stagione. La lotta contro Vecna è pluri-prospettica ma alla fine tutti ricuciono con se stessi e il proprio passato. Anche Will (Noah Schnapp) inizia ad accettare il proprio ruolo esterno alla dinamica tra Undi (Millie Bobby Brown) e Mike (Finn Wolfhard), anche se per il suo coming out dovremo aspettare la stagione finale.
L’insieme convince, seppur a dispetto di qualche scelta narrativa tagliata con l’accetta – si pensi al salto temporale in chiusura della nona puntata, che non permette allo spettatore di digerire bene gli eventi.
Ancora una volta, per tenere agganciato lo spettatore con una conclusione in levare, si opta per un cliffhanger: scelta molto televisiva ma che ricorda da vicino anche la narrativa di Stephen King, cui i fratelli Duffer sono debitori. Il climax è ormai in inevitabile crescendo e, anziché risolvere tutti gli spunti, lo script prepara fino all’ultima scena alla stagione conclusiva che vedremo nel 2024. Ciononostante l’episodio 4×09 si colloca comunque fra le migliori puntate di Stranger Things.
EDDIE MUNSON, LA PIÙ GRANDE SORPRESA DI STRANGER THINGS 4
Forte, catartica, a tratti addirittura commovente: Stranger Things 4 – volume 2 si conferma un racconto pop capace di toccare le giuste corde in un pubblico trasversale. A giocare un ruolo chiave in tale ottica, in questo ciclo narrativo, è quello che in poche apparizioni diventa uno dei migliori personaggi di tutta la serie: Eddie Munson (magneticamente interpretato da Joseph Quinn).
Dungeon master fuori dagli schemi, nerd e metallaro, amico di cuore ma anche leader carismatico, spacciatore gentile capace di ‘conquistare’ la reginetta della scuola, buffone ed eroe, il personaggio di Eddie è un piccolo capolavoro di originalità in una serie che invece ha fatto della riproposizione di modelli consolidati la propria cifra.
Eddie è tante cose, ed è anche protagonista di un arco evolutivo essenziale ma narratologicamente appagante. Incompreso semplicemente perché disinteressato a omologarsi, dapprima scappa da un’ingiusta accusa di omicidio e poi da quella ancor più risibile di satanismo (colpa dell’equivoco sull’Hellfire Club), fino a trovare riscatto nel momento topico in cui imbraccia una chitarra elettrica B.C. Rich sul tetto di una roulotte.
La spiegazione del significato di quella scena: la chitarra di Master of Puppets per un epico tributo all’iconografia metal
Amplificatore al massimo (poco importa dove trovi la corrente per alimentarlo nel Sottosopra), quando inizia a suonare il riff di Master of Puppets dei Metallica i Duffer fanno di quell’improbabile shredder la quintessenza di una sottocultura fiorita negli anni ’80 e che ancora vanta – in modo meno evidente che in passato – adepti non numerosissimi ma decisamente fedeli.
Il metal, si sa, si nutre da sempre di un’iconografia molto specifica, e così i fulmini rossi e i demo-pipistrelli del sottosopra diventano la quinta perfetta per quello che Dustin (Gaten Matarazzo) definisce «il concerto più metal di sempre». Un riuscitissimo ed epico tributo a un pezzo importante e troppo spesso dimenticato degli Eighties, che diventa anche il momento per brillare (non l’ultimo) di un personaggio riuscitissimo e di cui avremmo voluto vedere di più. Per la cronaca, Eddie è anche il nome della più importante mascotte della musica metal, ovvero la figura scheletrica che da sempre campeggia sulle copertine degli Iron Maiden.
Un altro dettaglio interessante: anche se l’attore Joseph Quinn sa suonare la chitarra ed ha affinato la propria tecnica per preparare la scena, l’esecuzione è in realtà stata registrata dal diciassettenne Tye Trujillo, figlio dell’attuale bassista dei Metallica Robert Trujillo.
ATTENZIONE: SEGUONO SPOILER
EDDIE È MORTO O È VIVO? ECCO COME (FORSE) TORNERÀ IN STRANGER THINGS 5
L’arco narrativo di Eddie Munson sembrerebbe finito; d’altronde è Dustin stesso a ufficializzarne la morte. Il Sottosopra però ha regole tutte sue, e il ritorno in vita del personaggio non è affatto escluso. L’indizio più importante in tal senso viene dalla scena della partita di D&D che vediamo all’inizio di Stranger Things 4, in cui a un certo punto il Dungeon Master esclama «Vecna è morto! È stato ucciso da Kas!». Ed Eddie potrebbe diventare proprio Kas.
Eddie diventerà Kas, il traditore di Vecna?
Kas, in Dungeons & Dragons, è il più fidato braccio destro di Vecna, almeno finché non lo tradisce e lo distrugge quasi totalmente. Dotato di una lunga capigliatura castana e armato di scudo (vi ricorda qualcuno?) e spada, nel mito di D&D finisce per trasformarsi in un potentissimo vampiro. Rileggendo tali eventi in ottica televisiva, sarebbe facile immaginare che Vecna possa riportare in vita Eddie, morto ma ormai trasformato dal contatto prolungato con i demo-pipistrelli, per farne un aiutante prima di esserne tradito.
A ciò aggiungiamo che, se Undici può far risorgere dalla morte Max, non c’è motivo per pensare che Vecna non possa fare lo stesso, e che in una recente intervista al Guardian l’attore Joseph Quinn ha dichiarato: «Sarei furioso se (i Duffer) non mi facessero tornare (in Stranger Things 5)!». Certo, la morte (definitiva) di Eddie avrebbe un senso drammaturgico importante, ma il personaggio ha ancora molto da dire e gli espedienti per farlo tornare non mancherebbero.
E ADESSO? STRANGER THINGS 5 E LA SERIE SPIN-OFF
In sintesi, siamo di fronte a una stagione che fa bene a Stranger Things. Ne accresce lo spirito e ne amplia le prospettive, seppure non riesca sempre a sottrarsi alla ripetitività di una certa struttura narrativa. Una formula ormai familiare, ma che è ancora capace di tenere il suo pubblico incollato allo schermo.
Stranger Things 5 – l’ultima stagione – arriverà solo nel 2024, ma già sappiamo da dove riprenderemo: Hawkins ormai non è più la sonnacchiosa cittadina che non si accorge del demogorgone ma è diventata l’epicentro del male in Terra, e i ragazzi che sin dall’inizio combattono il Sottosopra ora sono pronti alla guerra.
Di cosa parlerà lo spin-off di Stranger Things?
Sì, ci sarà anche una serie spin-off di Stranger Things sempre su Netflix, che quasi sicuramente i Duffer scriveranno senza dirigere e che garantirà la sopravvivenza del franchise anche alla chiusura dello show principale. Difficile prevedere su cosa sarà incentrata, ma di certo quella sorta di delirante Isola Che Non C’è a casa di Suzie ci sembrerebbe un ottimo punto di partenza per un’avventura spielberghiana. Senza dimenticare che sempre lì si innesta il legame già accennato tra la sorella di Suzie, Eden, e Argyle, l’irresistibile fattone di Surfer Boy Pizza.