X – A Sexy Horror Story è la nuova fatica del regista specializzato in film dell’orrore Ti West. Il cineasta, che ha alternato una prolifica carriera come shooter di serie TV a qualche lungometraggio di modesto valore, aveva rievocato il glorioso passato del genere slasher in particolare in The House of The Devil (2009). È proprio a questo immaginario che torna a rendere omaggio con X – A Sexy Horror Story, recuperandone temi e cliché ma con un occhio più contemporaneo.
Prodotto da A24 e distribuito in Italia da Midnight Factory, il film è uscito in sala il 14 luglio, pronto a suscitare nello spettatore le emozioni più disparate e molti interrogativi.
X – A SEXY HORROR STORY: SUL SET DI UN FILM PORNO TRA SLASHER E CLICHÉ
La sceneggiatura di X – A Sexy Horror Story (il cui titolo originale è soltanto X) si basa su pochi e semplici elementi narrativi che ricalcano gli script del già citato genere horror-slasher, tipico degli anni ’70. Per intenderci West si riferisce a registi come Tobe Hooper – autore di film cult come Non Aprite Quella Porta, Poltergeist, Quel Motel Vicino alla Palude – ma anche al thriller psicologico di stampo hitchcockiano e al cinema ad alta tensione più esplicitamente adulto. Il riferimento ai Seventies è importante anche per l’impatto che il contesto storico ha avuto sul cinema di genere in termini di espansione e liberalizzazione, grazie alla diffusione del VHS e alla libertà sessuale, derivata dallo sdoganamento dei dogmi imposti dalla società patriarcale tipico del post ’68.
Il regista parte da un’inquadratura strategica per confondere le acque e destabilizzare il tempo e lo spazio, ma già dalla seconda sequenza è chiaro che stiamo parlando proprio del suddetto periodo e di una sgangherata troupe alle prese con la realizzazione di un film pornografico, ambientato nella ‘tranquilla’ campagna texana. Il produttore Wayne (Martin Henderson) ha infatti preso accordi con un burbero anziano per l’affitto di un tipico cottage americano, dove gli scricchiolii del legno e l’adiacente stalla sono una perfetta cornice per la storia pensata dal regista in erba RJ (Owen Campbell). La sua ragazza Lorraine (Jenna Ortega), che gli fa da aiuto regista, è inizialmente scandalizzata dalla situazione, ma imparerà presto a fare squadra con gli ‘attori’ Maxine (Mia Goth), Bobby-Lynn (Brittany Snow) e Jackson (Kid Cudi).
Mentre la troupe inizierà a girare il film, Maxine si accorgerà che qualcuno li osserva, dall’alto di una finestra che affaccia proprio sul cottage dove si svolgono le riprese: l’anziana Pearl (interpretata dalla stessa Mia Goth), moglie del fattore e dall’oscuro passato. Quello che doveva essere un weekend spensierato si trasformerà ben presto in un incubo senza via d’uscita.
IN X – A SEXY HORROR STORY SENILITÀ, GIOVINEZZA E IL FILO CONDUTTORE DELLO SGUARDO
È lo sguardo, inteso come inquadradura ma anche come visione voyeristica delle cose, il fil rouge che lega una lunghissima scia di sangue con la passione carnale. Quella pulsione sessuale che nell’immaginario collettivo e così in quello filmico sembra coinvolgere soltanto i giovani, mentre in X- A Sexy Horror Story è più viva che mai proprio negli anziani, coprotagonisti della storia. Purtroppo il film di Ti West affronta l’argomento con superficialità e il regista si concentra di più sul lato estetico e sulle tantissime citazioni presenti. Finiscono in secondo piano il dolore e la follia di Pearl, sofferente e passionale anziana che ha perso la floridezza del corpo e probabilmente anche dell’anima e che si identifica nella protagonista Maxine.
West ha già pensato di colmare questa lacuna, preparando un prequel del film, proprio con protagonista Pearl e il suo vissuto – che qui viene soltanto accennato e sembra essere molto più interessante della storia proposta. Non basta però inserire una citazione da Psycho per diventare il nuovo Hitchcock, né omaggiare i tantissimi film che sono stati prodotti negli anni ’70. Di quell’ondata di liberazione dai canoni, anche estetici, dei classici film dell’orrore rimane solo l’eco, e così West finisce per indugiare più sul mix di sangue e follia alleggeriti da un pizzico di ironia, tralasciando l’aspetto narrativo.
MIA GOTH, LA PROSPETTIVA AL FEMMINILE DI X – A SEXY HORROR STORY E LE ASPETTATIVE VERSO A24
Se il voyerismo di Norman Bates incute terrore è perché sussurra all’orecchio dello spettatore lo spettro della follia umana, incutendo quel senso di vertigine che induce alla riflessione su cosa porti un uomo qualunque a diventare un terribile assassino e sulla possibilità che coesistano personalità multiple. Questi elementi narrativi non sono assolutamente indispensabili in uno slasher movie classico ma, quando a produrre è la A24 (Storia di un Fantasma, Midsommar), aspettarsi qualcosa che vada oltre l’omaggio bidimensionale sarebbe normale.
In X – A Sexy Horror Story sono le donne ad essere protagoniste e antagoniste del dramma, in un apprezzabile ribaltamento con cui Ti West riscrive almeno da questo punto di vista i ruoli maschili nel paradigma slasher. Interessante anche la scelta di affidare a Mia Goth due ruoli complementari ma antitetici, sfruttando le possibilità offerte da interminabili sessioni di trucco prostetico. X – A Sexy Horror Story rimane però un film discreto, il cui difetto maggiore è l’inserimento di troppi elementi scenici a discapito della profondità narrativa e dei personaggi; lasciando vuoti che magari saranno colmati dall’annunciato prequel sul personaggio di Pearl.