Un bagno rigenerante. Un mosaico senza tempo. Un miracolo del cinema. Basterebbe questo per commentare Truman, l’ultima pellicola del regista spagnolo Cesc Gay, vincitrice di cinque premi Goya (gli award annuali del cinema spagnolo) conquistati come miglior film, miglior regista, miglior attore protagonista a Ricardo Darin e non protagonista a Javier Camara (visto recentemente in The Young Pope), miglior sceneggiatura (Cesc Gay e Tomàs Aragay). Ora la pellicola, il cui titolo in Italia è purtroppo modificato in Truman – Un vero amico è per sempre (aggiunta in parte fuorviante e del tutto limitante), arriva finalmente in edizione home video grazie a Koch Media.
Tomas (Javier Càmara), madrileno stabilitosi in Canada, saluta i due figli e la moglie e vola fino alla capitale spagnola. Si stabilisce in albergo e va subito a trovare il suo amico Juliàn (Ricardo Darìn), del quale nei primi dieci minuti non veniamo a sapere molto, tranne il fatto che è separato e vive con Truman, un cane. Poi il motivo della visita: Juliàn è gravemente e irreversibilmente malato. Trascorreranno insieme quattro giorni in cui Tomàs accompagnerà Juliàn a organizzare il suo funerale, a trovare il figlio ad Amsterdam e a cercare qualcuno che adotti Truman, cagnone dolcissimo e ormai anziano. Saranno quattro giorni in cui i due, diversissimi tra loro, avranno la possibilità di dedicarsi l’un l’altro con umorismo e ironia, entrando in relazione con situazioni sospese ma in realtà mai recise.
“Non mi piaceva fare un film – ha detto il regista – che scorresse lungo un unico binario. Volevo rappresentare un puzzle, rapporti che si sviluppano da più punti di vista: con la ex, con un amico, con il medico, con il figlio, con un cane”. Un obiettivo raggiunto grazie alla regia, alla sceneggiatura e alla grande performance dei due protagonisti. Nessuno dei soggetti si fa travolgere dagli eventi. Non c’è traccia di pietismo o di facili commozioni in una storia in cui sarebbe bastato un niente per scivolare nel banale, nel trash, nel ridicolo, nel melodramma più becero. Certo, molti che vedranno il film probabilmente non potranno trattenere un lacrima, ma sarà una lacrima, come dire, “bipartisan”, nel senso che non sarà “imposta” da nessuno dei personaggi ma condivisa tra loro perché a commuovere non sarà la triste storia (che c’è fino a un certo punto) ma, proprio come voleva Cesc Gay, la complessità delle relazioni.
Truman dunque (il nome del cane è stato dato per caso ma quasi come un omaggio a Truman Capote, di cui i cinefili ricordano la strepitosa interpretazione cinematografica di Philip Seymour Hoffman) non è un film che rimanda a simbolismi reconditi né cita i grandi del cinema. Non è neanche un film strappalacrime perché si ride anche; e se ciò non bastasse ci pensa il regista a toglierci dai guai con le inquadrature a campo medio che arrivano alla fine di ogni sequenza più coinvolgente. La pellicola non usa neanche gli animali, in questo caso un cane, per strizzare l’occhio allo spettatore e avere la sua indulgenza. Ed è tutto questo, anche questo, che fa di Truman un film asciutto ed essenziale sia nei suoi momenti più drammatici che in quelli più comici. Gay pare non voler accettare nessun compromesso, nessuna scorciatoia, nessuna deriva.
Un passo indietro. Nel film Juliàn, nonostante le sue origini argentine, è un attore conosciuto a Madrid. Il suo ultimo spettacolo, recitato anche nel corso della malattia, è Le amicizie pericolose. Storia di libertinaggio che un po’ lo definisce, ma forse nel mosaico di Cesc Gay le amicizie sono pericolose anche perché mentre gli altri “sentono odore di morte e si spaventano”, loro ti costringono a vivere anche se non vuoi. O non puoi. Un film da recuperare assolutamente.
Truman, arriva in DVD la bellissima dramedy di Cesc Gay
Grandissimo successo in Spagna, arriva in home video Truman, un buddy movie malinconico e complesso sulle cose per cui vale la pena di vivere.