Jodie Comer è la protagonista di The End We Start From, esordio dietro un lungometraggio per il grande schermo di Mahalia Belo, regista della serie Netflix Requiem. Tratto dal romanzo di Megan Hunter, tradotto in italiano con il titolo La Fine da Cui Partiamo (Guanda) è adattato per il cinema da Alice Birch, sceneggiatrice delle fortunate serie Succession e Normal People e dei lungometraggi Secret Love e Lady Macbeth.
The End We Start From è stato presentato al Toronto Film Festival, prima di approdare alla 18 Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public ed è prodotto da Benedict Cumberbatch, che ritroviamo anche nel film, in una piccola parte.
THE END WE START FROM: IL DESTINO DI UNA MADRE IN UNA LONDRA SOMMERSA DALLE ACQUE
Jodie Comer interpreta una donna che partorisce il suo primo figlio proprio mentre Londra è sommersa dall’acqua a causa della crisi climatica. Dopo il parto e mentre l’ospedale è al collasso, decide di seguire il marito (interpretato da Joel Fry) e trasferirsi nella casa di campagna dei suoceri (Mark Strong e Nina Sosanya).
Con il passare del tempo la protagonista si rende conto che il cibo inizia a scarseggiare, insieme agli aiuti umanitari, e che la volontà politica è quella di riunire i tanti sfollati in punti di raccolta, facilmente controllabili sia dal punto di vista sociale che economico. Mentre la situazione causa un crescendo di comportamenti aggressivi e prevaricatori da parte di una collettività sempre più frammentata, la coppia tenta di rimanere unita e salvaguardare quel che resta della loro famiglia. Quando la loro stessa sopravvivenza viene messa in discussione, la protagonista decide di avere come priorità assoluta la salvaguardia della vita del figlio e sceglie di distaccarsi dal marito.
Da questo punto del film lo script si concentrerà sul viaggio on the road, che guiderà la madre-eroina del romanzo di Megan Hunter verso una strada fatta di scoperte e nuove amicizie (come quella con una ragazza madre che ha il volto di Katherine Waterstone), ma dolorosa e piena di insidie. Dalla mancanza di cibo alla riflessione più intima sul futuro che daremo alle nuove generazioni, il peregrinare della protagonista diventerà un viaggio interiore, che la porterà ad affrontare le sue scelte con maggiore forza e convinzione.
BENEDICT CUMBERBATCH PRODUCE THE END WE START FROM (E VI APPARE), MA LA VERA STAR È JODIE COMER
L’attrice britannica è la vera e sola protagonista di The End We Start From. La narrazione si concentra quasi esclusivamente sulla sua figura, enfatizzando l’aspetto, anche psicologico, di donna e madre. Jodie Comer, della quale si intuiva il potenziale nella serie Killing Eve ma anche in film come The Last Duel, non aveva ancora avuto occasione di esprimersi al cento per cento, soprattutto in parti così intime e profonde. In The End We Start From Jodie Comer non è soltanto la protagonista ma è la colonna portante del film, che si concentra quasi esclusivamente sul presente. Lo script è decisamente essenziale, nonostante sia tratto da un libro, ma regista e sceneggiatrice lavorano poco di approfondimento sui coprotagonisti, che si configurano come delle cornici vuote, se non per qualche flashback che rimanda al passato. Qui il film di Mahalia Belo perde una buona occasione per empatizzare con il pubblico, ma dialoghi di Jodie Comer con il piccolo Zeb, aiutano a tenere alta la tensione narrativa.
THE END WE START FROM, UN’IMMAGINE DAL PROSSIMO FUTURO?
Mahalia Belo dirige un film definendo visivamente le pagine di un romanzo distopico, dove le alluvioni, sempre più violente, colpiscono il mondo “civilizzato” costringendo migliaia di persone ad abbandonare le città per trovare rifugio altrove. La riflessione iniziale della regista è chiaramente legata all’innegabile cambiamento climatico e al mondo che le nuove generazioni erediteranno e il film viene strutturato come un lungo cammino che guiderà la protagonista verso una nuova consapevolezza della vita.
La regista manca l’occasione di approfondire tematiche che toccano molto da vicino la nostra generazione, puntando l’attenzione sull’aspetto meno apocalittico e più naturalistico del viaggio. Seppur ricco di elementi su cui intessere alcuni archi narrativi secondari The End We Start From non ha la forza narrativa necessaria a decollare, tuttavia è un buon inizio per la regista esordiente e sicuramente un ottimo trampolino di lancio per Jodie Comer, il cui lavoro emerge positivamente.