Nel 2003 Bryan Cranston aveva un sogno: un grande cinema per un pubblico adulto che proiettasse prevalentemente pellicole d’autore e indipendenti. Quel tipo di film che non trova posto nelle grandi catene. Fu così che in società con Steve Mason, Andreas Mauritzson e Brian Tabor aprì un multisala il cui nome bastava a fare intendere il livello delle proiezioni: il Cinemas Palme d’Or.
Situato nel centro commerciale Westfield Palm Desert, in California, il cinema del protagonista di Breaking Bad aveva dieci sale e, a differenza della maggior parte delle sale da proiezione, aveva un ristorante interno e vendeva alcolici.
La distribuzione cinematografica è però sempre più un terreno di scontro aperto tra i grandi franchising dell’intrattenimento e le sale indipendenti, e anche se si potrebbe pensare che ci sia posto per tutti, la realtà è che molti grandi nomi del mercato boicottano la concorrenza delle sale ‘minori’ ricattando gli studios.
Questo è il caso della catena Cinemark, che, forte di una fitta rete distributiva e nell’intento di proteggere gli interessi del proprio multisala Century The River – Cinemark, costringeva i distributori di Hollywood ad escludere il Cinemas Palm D’Or dalle release più importanti (quelle che permettono di tenere i bilanci di un cinema in attivo) se avessero voluto vedere i propri film nelle sale Cinemark.
Questa insostenibile situazione è andata avanti per oltre un decennio, finché nei giorni scorsi non si è arrivati all’annuncio della chiusura del cinema di Cranston, che cesserà l’attività il 30 giugno.
“Cinemark è riuscita finalmente a piantare l’ultimo chiodo sulla nostra bara – ha dichiarato l’attore – e ormai non potevamo continuare a combattere in un clima d’affari così avverso.”
La Tristone Cinema Group ha annunciato che acquisirà il multisala e lo riaprirà con un nuovo nome dopo una rapida ristrutturazione. La 20h Century Fox ha invece dichiarato che in futuro si sottrarrà ai ricatti delle grandi catene. Ma ormai per il sogno di Bryan Cranston e dei suoi soci è troppo tardi.
Il triste addio al cinema fondato da Bryan Cranston
Il sogno di vedere riconosciuta l'importanza di pellicole d'autore e indipendenti si infrange contro le meccaniche di un'industria sempre più omologata.