Possiamo dirlo senza problemi: Hulu ha vinto la sua scommessa. La piattaforma streaming, che quest’anno ha puntato forte sulle produzioni originali, lancia il suo guanto di sfida al concorrente Netflix con due show importanti come la miniserie 11.22.63 e, soprattutto, The Path; certo, non stiamo parlando di capolavori (e non competono con buona parte delle serie originali Netflix) ma, per essere i primi drama di livello del network, la direzione intrapresa è quella giusta. Se però 11.22.63 non può essere valutabile sul lungo periodo (essendo una serie-evento di 8 puntate) era The Path il vero banco di prova seriale di Hulu e, con una prima stagione convincente, si candida a diventare lo show di punta della piattaforma web nei prossimi anni.
I protagonisti delle vicende narrate da The Path sono la famiglia Lane e Cal Roberts, membri di una setta religiosa chiamata Movimento Meyerista.
Sarah (Michelle Monaghan) ed Eddie Lane (Aaron Paul) fanno parte da lungo tempo della setta e vivono felici assieme ai loro due figli ma Eddie, dopo un viaggio spirituale in Perù, ritorna a casa con parecchi dubbi riguardo la sua fede e il Movimento in generale, che fa proseliti accogliendo persone molto problematiche; ovviamente i suoi dubbi incideranno molto sulla sua vita familiare in modo tale da stravolgerla, rovinando così il rapporto con la moglie (che è un’integralista) e instillando dubbi anche nella mente del figlio sedicenne Hawk (Kyle Allen). Contribuisce a destabilizzare ulteriormente il tutto Cal Roberts (Hugh Dancy), leader del Movimento e amico di vecchia data della famiglia Lane (l’uomo, ex alcolista, ha avuto anche una storia con Sarah) che cercherà in tutti i modi di prendere il posto di Eddie nella vita della donna e accentrare a sé tutto il potere all’interno della setta.
La serie prende di mira tutte quelle associazioni pseudo-religiose che negli ultimi decenni hanno proliferato negli States.
Guardando The Path è facile capire che la fonte di ispirazione degli autori capitanati dalla showrunner Jessica Goldberg sia stata Scientology perché la serie ritrae impietosamente tutte le caratteristiche della setta fondata da Ron Hubbard: il lavaggio del cervello ai suoi adepti fin dalla nascita, un credo fondato da una letteratura hippy/fantasy di quarta categoria ma soprattutto l’isolamento nei confronti del resto del mondo, che rende l’uscita dalla setta estremamente difficile e traumatica; questa realtà, molto delicata in America, non era mai stata presa prima in considerazione da una serie televisiva e questo è già, per lo show, un titolo meritorio. La scrittura è asciutta e molto realistica, permettendo così allo spettatore di entrare nel vivo del racconto (descrivendo minuziosamente quell’ambiente) e di empatizzare con i personaggi, soprattutto con quello di Eddie e quello di Hawk. L’altro grande punto di forza dello show sono ovviamente gli attori: Michelle Monaghan (True Detective), Hugh Dancy (Hannibal), la rivelazione Kyle Allen ma soprattutto Aaron Paul (il Jesse Pinkman di Breaking Bad) danno vita, con le loro performance, a characters molto complessi, sfaccettati e talvolta contraddittori ma profondamente umani.
Il season finale però lascia con l’amaro in bocca per un cambio di rotta che potrebbe sconvolgere il futuro della serie.
Se il pregio maggiore di The Path è quello di una rappresentazione dell’ambiente delle pseudo-religioni senza alcun filtro e attinente alla realtà, la puntata finale di questa prima stagione stravolge questa impostazione puntando invece sull’aspetto sovrannaturale, cambiando in questo modo tutte le carte in gioco (Eddie infatti sembra diventare di colpo “l’eletto” del Movimento); non c’era bisogno di snaturare in questo modo la serie, anche perché in televisione esiste già un prodotto di questo tipo ovvero The Leftovers, la serie mistica/mystery di HBO (e The Path, su questo piano, non può assolutamente competere con lo show di Damon Lindelof).
Il rischio di un salto dello squalo è dietro l’angolo per The Path, che è stato già rinnovato per una seconda stagione (cosa abbastanza scontata); questo però non ci impedisce di vedere il bicchiere mezzo pieno perché alla fine il prodotto Hulu, pur con qualche riserva, è comunque una delle novità televisive più interessanti di questo 2016. Rimaniamo in attesa di sapere quando e dove avverrà la messa in onda italiana.