Uno degli scenari peggiori che tutti ci siamo trovati a vivere è quello di un triste sabato sera casalingo vittime di una sindrome influenzale. Il momento in cui ogni forza ci ha abbandonato e ci ritroviamo stremati su una qualsivoglia superficie morbida sommersi di coperte. Il film che avevamo scelto finisce e cerchiamo qualcos’altro. Questo di solito è il momento in cui le immagini esteticamente improponibili dei telefilm tedeschi di Rai 2 fanno capolino sulle nostre retine inquinandole per sempre, imprimendo a fondo nella nostra memoria quella recitazione in stile “cagna maledetta”, quella fotografia sfocata, maldestra, disturbante.
Uno scenario ben più tragico di quello descritto consiste nel dover sopportare tutto questo in una sala cinematografica. Per questo motivo Pedro Almodovar, con il suo ultimo Julieta, ha scavalcato nella mia speciale top five dei registi da età pensionabile anche la testa di serie Woody Allen. Il fu autore spagnolo ci devasta il devastabile con 99 minuti di cinema inutile, prevedibile, ricco soltanto di ogni cliché di cui ormai la sua visione della settima arte è irrimediabilmente imbrattata; personaggi fintamente complessi ma terribilmente stereotipati, voci fuori campo coinvolgenti come la prima prova del coro della chiesa di paese, sceneggiatura scritta, approvata e vistata da lui stesso che lascia soltanto spazio a numerosi “ma usciamo prima dai!”
La protagonista cresce e, puntale come in una puntata della Signora in Giallo, qualcuno muore intorno a lei. Se aggiungiamo a tutto questo il suo pellegrinaggio in giro per la Spagna in cui non conosce una persona normale e qualche traccia di pindariche perizie psichiatriche che i personaggi si autoinfliggono tra di loro il gioco è fatto, il delitto perfetto per lo spettatore è compiuto. Considerata la splendida premessa, io propongo da parte del mondo cinematografico internazionale una sorta di prepensionamento forzato per sopraggiunta incapacità realizzativa per questi registi che ci propinano questo senile cinema spazzatura. Se non siamo disposti ad accettare questa tipologia di produzione in tv o da registi sconosciuti perché dovremmo farlo da colui che è stato un grandissimo autore e innovatore dell’invenzione dei fratelli Lumière? Non tutti possono invecchiare come Alain Resnais, Jean-Luc Godard o Manoel de Oliveira. Lasciamo spazio a giovani registi, a chi veramente ha la forza di mettersi in gioco e non di riproporre per l’ennesima volta un dramma familiare in cui ogni dieci minuti il climax del film viene risollevato con un colpo dettato da un’ennesima tragedia. Ma perché ieri sera non avevo la febbre?
Julieta: spettatori sull’orlo di una crisi di nervi
Il genio di Almodovar è ormai un ricordo sbiadito e la pellicola è una via crucis tra passaggi obbligati e cliché