I coniugi Jennings ora si trovano davanti a un bivio che non lascia loro molta scelta: vale ancora la pena continuare la missione da infiltrati (con tutti i rischi che comporta) oppure è ora che loro facciano ritorno nella Madre Russia (con tutte le possibili ripercussioni nefaste per la famiglia)? Con questo dilemma si chiude la quarta stagione di The Americans, l’acclamata serie spy del canale basic cable americano FX che quest’anno ci regala un’annata ancora più cupa e drammatica rispetto al passato.
I due temi portanti di questa stagione sono indubbiamente quelli del cambiamento e delle conseguenze che determinate scelte possono portare.
Philip (Matthew Rhys) ed Elizabeth Jennings (Keri Russell) non sono mai stati così in pericolo prima d’ora: il loro vicino e agente dell’FBI Stan Beeman (Noah Emmerich) scopre infatti che Martha (Alison Wright), dipendente del Bureau, è in realtà un’informatrice del KGB e, per evitare la sua cattura, Philip fa in modo di farla estradare in Russia; come se già questo non bastasse, la figlia delle due spie Paige (Holly Taylor), che è a conoscenza dell’attività dei suoi genitori, svela la loro copertura al pastore della sua chiesa, mettendoli ancora di più in una posizione scomoda (anche se il religioso non denuncerà la coppia alle autorità). Altro fronte caldo è quello delle armi batteriologiche, dove i nostri (con i loro metodi molto poco ortodossi) riescono a infiltrare il biochimico William (Dylan Baker) nel centro studi specializzato per la loro produzione ma Stan alla fine riesce ad individuare l’uomo che, per evitare di dare informazioni, si somministrerà il virus letale; questo evento porterà Gabriel (Frank Langella), il supervisore delle due spie, a proporre loro di lasciare gli States e di rifugiarsi in Russia con i propri figli ma Philip ed Elizabeth sono indecisi sul da farsi.
L’affermazione che farò ora è di quelle importanti: The Americans è, oggigiorno, la miglior serie TV attualmente in circolazione.
Lo show creato dall’ex agente della CIA Joe Weisberg può essere considerata, assieme a Rectify, come l’unico erede della tradizione delle grandi serie HBO e AMC che hanno dato vita alla Golden Age della televisione; anzi, definire The Americans semplicemente una serie televisiva è decisamente riduttivo perché la scrittura è più accostabile alla letteratura che ad un prodotto audiovisivo: ogni puntata è come se fosse un capitolo di un libro, ogni minuto è fondamentale per l’evoluzione della trama, nulla è lasciato al caso. Tutti i personaggi sono scritti in maniera impeccabile e svolgono un ruolo importante ai fini della narrazione (e sono, all’occorrenza, sacrificabili, vedi l’uscita di scena di personaggi fondamentali come Martha e la doppiogiochista Nina). In uno scenario geopolitico in continuo mutamento come quello degli anni, riprodotti qui in modo maniacale, del dopo-Breznev (di lì a poco arriverà Gorbaciov con la sua carica innovativa e destabilizzatrice), si percepisce il clima di indecisione e di incertezza che circonda sia la coppia di spie del KGB che i vertici della nomenclatura sovietica, riuscendo ad esprimere solo con gli sguardi, con i silenzi e le azioni dei protagonisti tutti i loro rimpianti, il loro malessere e le loro paure. Un altro merito della creatura di Weisberg è quello di alzare, di anno in anno, l’asticella della tensione, rendendo sempre più precaria la condizione di sicurezza dei suoi protagonisti (mai così in crisi come quest’anno), ormai non più circondati dall’aura di infallibilità e invincibilità delle origini.
Ma The Americans non sarebbe quel capolavoro che è senza le straordinarie prove attoriali di Matthew Rhys e Keri Russell.
In questo caso non possiamo scindere i personaggi di fantasia e gli attori in carne ed ossa perché i due, coppia nello show e coppia nella vita vera, “sono” Philip ed Elizabeth Jennings, il loro rapporto è nato e si è evoluto proprio in quel set e il loro feeling è talmente tangibile e realistico che ci dimentichiamo del fatto che siano due attori; quest’anno poi, con i loro personaggi così vicini all’autodistruzione, sono riusciti addirittura a superarsi (una candidatura agli Emmy, dove The Americans è sempre stato snobbato, è doverosa). Una nota di merito va poi anche al personaggio di Paige e all’attrice che la interpreta, Holly Taylor, probabilmente il character adolescenziale più bello della storia della televisione recente.
Qualche settimana fa è arrivata la notizia che tutti i fan aspettavano: FX ha deciso di rinnovare la serie per una quinta e sesta stagione che sarà anche l’ultima dello show (sono previsti 13 episodi per la quinta e 10 per la sesta); la decisione non è stata affatto scontata perché The Americans non è un campione di ascolti ma la rete sa benissimo che questo è il suo prodotto di punta (la critica lo osanna) e, da network lungimirante qual’è, si è resa perfettamente conto che, ad un capolavoro come questo, bisogna creare tutti i presupposti necessari per regalargli il finale memorabile che si merita.