Se Conspiracy – La cospirazione fosse stato il primo film di Anthony Hopkins e Al Pacino, negli annali del cinema si sarebbe detto, più o meno, “… nonostante il passo falso dell’esordio”. Ma siccome loro sono Antony Hopkins e Al Pacino, anche in un film che sicuramente non lascerà il segno la loro presenza si vede e i personaggi che interpretano sono alcune delle poche cose che si salvano. Ma che non riescono ad evitare a Conspiracy – La cospirazione di essere una pellicola ad alto tasso soporifero.
Il film è invece l’esordio alla regia del giapponese Shintaro Shimosawa che fino ad ora si era dedicato alle sceneggiature e che questa volta ha affidato lo script ad Adam Mason e Symon Boyes. Non ci sono notizie se questa scelta lo abbia fatto pentire o no ma noi ci affidiamo alla saggezza popolare secondo la quale quando proprio si decide di sbagliare, meglio farlo con la propria testa.
Ben (Josh Duhame) e Charlotte (Alice Eve) sono sposati, lui è un avvocato associato allo studio di Charles Abrams (Al Pacino), lei un’infermiera. La loro relazione non attraversa un buon momento e lei si rifugia nel lavoro, affrontando anche faticosi doppi turni in ospedale. Un giorno sul profilo facebook di Ben compare una sua vecchia fiamma, Emily (Malin Akerman). I due si rivedono e scoprono di essere ancora attratti. Ma anche Emily è impegnata. Lei è la donna di Arthur Denning (Antony Hopkins), figura controversa e proprietario di una grande industria farmaceutica sotto l’occhio del ciclone per aver prodotto un farmaco che ha causato diversi decessi di pazienti. Emily viene rapita e Arthur invece di rivolgersi alla polizia, assume una squadra di investigatori privati con l’intento di cercare un punto di contatto con i rapitori e pagare un riscatto. Da questo momento in poi il legal thriller prende strade indefinite, confuse, impalpabili.
Il regista giapponese, supportato dai due mostri sacri del cinema, ce la mette tutta per tenere a galla il film. Non mancano infatti scene spettacolari, piani sequenza ben girati, colpi di scena poco “telefonati” e una colonna sonora fin troppo enfatica. Gli attori fanno tutti più o meno la loro parte e le inquadrature dei due pezzi da novanta ritagliati di spalle sono la giusta ostentazione di avere attori riconoscibili anche dalle sagome e per la prima volta insieme sul grande schermo. Ma tutto ciò non basta per uscire dal cinema soddisfatti. La sceneggiatura di Conspiracy – La cospirazione riesce infatti a rovinare quanto di buono costruito dal regista e rendere quasi totalmente vani i suoi propositi e i suoi sforzi. Ogni buona idea patisce l’assenza di contesto, di un “habitat” dove anche le sorprese non lasciano a bocca aperta, se non per la loro “incredibilità”. Il legal thriller si sgonfia clamorosamente dopo soli quindici minuti di pellicola e, quel che è peggio, i due sceneggiatori sembra non sappiano più che pesci prendere. Thriller, dramma, melodramma e noir possono convivere, certo. Ma per tenerli insieme non sono sufficienti gli attori. Ci vorrebbe una penna da “sessantottomila dollari” che al momento Adam Mason e Symon Boyes non posseggono e una macchina da presa che non si poteva neanche pretendere da un Shintaro Shimosawa alla sua prima opera da regista.
Il film, il cui titolo originale è Misconduct (dal gergo giuridico per indicare un approccio disonesto dei professionisti del settore), pare abbia avuto un discreto successo in Corea del Sud ma approda in Italia portandosi dietro il flop negli Stati Uniti e in Inghilterra.
Hopkins e Pacino si incontrano in Conspiracy
L'opera prima del giapponese Shintaro Shimosawa è un legal un po' confuso in cui le due star si stagliano su tutto il resto.