Odio l’estate, così cantava Bruno Martino.
Che vi piaccia o meno la torrida stagione, cari lettori amanti delle serie tv, converrete con noi che spesso questo periodo dell’anno coincida con un altro, mortalmente noioso, nel quale, come ancora di salvezza, fa capolino il “recuperone” di qualche serial lasciato appositamente nel cassetto per sopravvivere nei momenti di magra. Lungi da noi darvi false speranze ma sembrano esserci buone notizie! La CBS il 12 giugno ha lanciato BrainDead, comedy-thriller di CBS a sfondo sci-fi decisamente fuori dalle righe. Creato da Robert e Michelle King (quelli di The Good Wife, per intenderci) debutta con un pilot a dir poco spiazzante e regala più di un motivo per spingere lo spettatore ad andare avanti e concedere una possibilità alla serie tutta. Vero è che un pilot non basta e che troppe volte un buon inizio rimane tale, ma in questo caso la strana commistione di generi presenti in BrainDead e la brillante scrittura, sembrerebbero funzionare.
Il primo episodio si apre con un montaggio di telegiornali da tutto il mondo, una carrellata sulla situazione politica mondiale, sui vari Trump, Clinton e soci e con queste parole : “Nel 2016 c’era la crescente sensazione che la gente stesse perdendo completamente la ragione, ma nessuno sapeva il perché…fino ad ora”. Subito dopo ci viene presentata l’eroina, Laurel Haily (Mary Elizabeth Winstead, 10 Cloverfield Lane), giovane documentarista a corto di fondi per terminare la sua ultima opera, tornata a Washington per un festa in famiglia. Ed ecco che la povera Laurel si trova a vivere un vero e proprio conflitto morale: odia la politica ma si arrende al ricatto del padre, che le propone sei mesi di lavoro a fianco del fratello Luke (Danny Pino), senatore membro della maggioranza democratica, in cambio di soldi per finire il suo documentario. Da qui in poi il delirio: vi basti sapere che in questa serie tv la politica è solo un mezzo per riflettere sulla condizione di follia ed incapacità governativa dei politici degli Stati Uniti, sul menefreghismo bipartisan, adducendo come causa della crisi dilagante e degli improvvisi cambiamenti comportamentali di coloro che detengono il potere, niente meno che un’invasione di insetti alieni capaci di mangiare cervelli.
Tra una testa che esplode e l’altra, c’è poi il tocco di classe che manda in brodo di giuggiole chi oltre alle serie TV ama anche la musica: l’inquietante loop musicale di You might think dei Cars diventa la colonna sonora che accompagna la mutazione cerebrale della classe politica e non è un caso.
Per chi non conoscesse il pezzo, consigliamo prima di tutto la visione del pilot e in seguito quella del videoclip della suddetta canzone. Apprezzerete la finezza dell’accostamento e sarete assaliti da un moto di simpatia per il signore e la signora King. Applausi. Vi terremo aggiornati sulla messa in onda italiana.
BrainDead: l’ottusità dei politici è colpa degli alieni
Di Angela Cori
Il bizzarro pilot del nuovo show CBS attribuisce a dei parassiti alieni le peggiori scelte dei nostri leader, e promette bene.