Viviamo tempi difficili, nei quali ogni giorno – vicino o lontano da noi – civili innocenti cadono vittime della barbarie più inaccettabile. Succede così che fatalmente la finzione finisca per avvicinarsi pericolosamente alla realtà e che, come nel caso di Bastille Day, una pellicola che paventa una minaccia terroristica nel giorno della fête nationale francese venga rilasciata in Francia proprio il giorno prima di quel 14 luglio in cui avranno luogo i drammatici eventi di Nizza.
Rilasciata in 233 sale in Francia, la pellicola è stata ritirata a soli 4 giorni dall’uscita per questioni di opportunità e rispetto delle vittime di Mohamed Bouhlel. Se di certo questa inevitabile scelta penalizzerà il box office del film di James Watkins (non che la cosa sia rilevante a fronte degli 84 morti, ovviamente) c’è da dire che anche con una diversa collocazione temporale non sarebbe probabilmente rientrata del budget: se infatti escludiamo un’accoglienza accettabile in UK – dovuta probabilmente allo star power di Idris Elba –, i risultati al botteghino sono stati a dir poco deludenti su ogni altro mercato, tanto da far registrare per i produttori una perdita di circa sette milioni di euro. Senza considerare che non c’è ancora stata un’uscita nord-americana e che Focus Features, che ha acquistato i diritti di distribuzione, non ha ancora previsto una release e potrebbe ripiegare su un’uscita direct-to-video.
Bastille Day racconta la storia di uno straordinariamente ‘talentuoso’ borseggiatore americano a Parigi (Richard Madden, il Robb Stark di Game of Thrones) che viene suo malgrado sospettato di essere il responsabile di quello che promette di essere il primo di una lunga serie di attentati terroristici. Mentre le forze dell’ordine parigine gli danno la caccia, un detective della CIA (Idris Elba) che spiava l’intelligence francese si convince della sua innocenza e lo ‘arruola’ al suo fianco nel tentativo di scoprire cosa si nasconda dietro gli attentati, che in realtà sono la copertura per un gigantesco colpo alla Banca Nazionale Francese progettato da una banda interna al Ministero della Difesa nel ‘giorno della Bastiglia’.
Il soggetto, così presentato, promette di essere straordinariamente appassionante e di grande attualità, eppure la sceneggiatura firmata dallo stesso Watkins con il quasi esordiente Andrew Baldwin si rivela essere incredibilmente piatta e banale, arrivando a colpire per l’assoluta genericità di quasi ognuno dei suoi elementi.
Si può sorvolare sul personaggio di Madden, dai contorni molto poco realistici e la cui inverosimile destrezza nulla porta alla storia se non inverosimiglianza, e sull’agente interpretato da Elba, che agisce in perfetta solitudine per tutto il film; è però impossibile non vedere l’onnipresenza di luoghi comuni per tutta la pellicola, che riesce a non essere minimamente scomoda o politicamente scorretta nonostante l’argomento trattato. La minaccia fondamentalista viene lontanissimamente e genericamente evocata e immediatamente ‘disinnescata’, le corrotte forze speciali francesi fanno parte di un generico battaglione di esaltati in cui non devono render conto a nessuno, c’è poi una generica minaccia anarchica/anticapitalista/rivoluzionaria rappresentata da un generico leader ‘carismatico’ (con una ridicola maschera che lo fa sembrare un docile cagnolino) che via web incita il proprio popolo ad assaltare obiettivi imperialisti tramite generici hashtag, una generica destra (che fa pensare alla destra cui il Mario Bambea di Guzzanti attribuisce il disordine nel proprio salotto) e degli altrettanto generici rivoltosi. Insomma una pellicola all’insegna della più totale pigrizia di scrittura, in cui nessuna minaccia sembra lontanamente realistica e che, nelle sue dinamiche inverosimili e telefonate, riesce a dimostrarsi totalmente slegata dalla realtà (impresa che, visto il soggetto, sembrerebbe impossibile).
Elba è eccellente come al solito e Madden non sembra troppo a proprio agio (va però detto che abbiamo assistito alla versione doppiata del film, quindi per la sua interpretazione gli concediamo il beneficio del dubbio). Lascia perplessi il casting che vede a capo dei servizi segreti un clone francese di Robert Downey Jr e come anchorwoman la sosia di Britney Spears.
In conclusione la pellicola, nonostante un ritmo saltuariamente buono e gli spunti interessanti, risulta nell’insieme troppo inconsistente e poco approfondita, tanto da sembrare più un lungo telefilm che una produzione cinematografica internazionale. I parallelismi con la realtà, a dispetto del titolo e delle premesse, sono quasi inesistenti e, usciti dalla sala, rimane in bocca solo un fastidioso sapore di déjà vu.
Elba potrebbe anche funzionare come nuovo 007, ma il sequel di Bourne con Jeremy Renner cui sta lavorando Watkins non può promettere nulla di buono.
Bastille Day: tutto è ‘generico’
Idris Elba e il Robb Stark de Il Trono di Spade in un action il cui soggetto ricorda i drammatici eventi di Nizza.