E tre. James DeMonaco torna sul grande schermo con il terzo capitolo della saga La notte del giudizio iniziata nel 2013 con The Purge, continuata l’anno successivo con Anarchia e ora approdata nelle sale con Election Year.
Tutto inizia nell’America del 2022 governata dal regime dei “Nuovi padri fondatori della nazione” che detengono il potere e lo esercitano attuando misure per tenere sotto controllo la disoccupazione e l’aggressività dei cittadini. Tra le iniziative messe in atto anche quella dello “Sfogo”, 12 ore l’anno in cui chiunque potrà liberare la bestia che è in sé, sfogarsi nelle strade, nelle case e purificarsi. Dodici ore in cui ogni crimine, compreso l’omicidio, è legale e dove i servizi di polizia, vigili del fuoco e sanitari sono temporaneamente sospesi. Soltanto i funzionari governativi fino al decimo livello hanno l’immunità. Poveri, deboli e senzatetto i bersagli preferiti, ma anche molti cittadini della classe media avranno l’occasione di regolare i conti e di sistemare alla radice vecchi e nuovi rancori con familiari, conoscenti o vicini di casa. Nel primo film la notte da incubo vede protagonista la famiglia di James Sandin interpretato da Ethan Hawke, un brillante venditore di sistemi di sicurezza, nel secondo Leo Barnes (Frank Grillo) è un uomo che cerca vendetta dopo la morte di suo figlio ma che troverà in extremis la redenzione.
Dopo la parentesi d’esordio con la star hollywoodiana Ethan Hawke, anche nel terzo film il regista statunitense continua a preferire Frank Grillo. Questa volta Leo Barnes sarà la guardia del corpo della senatrice Charlie Roan (interpretata da quella Elizabeth Mitchell che probabilmente il grande pubblico ricorderà nella serie tv Lost) candidata alle presidenziali in opposizione al rappresentate dei “Nuovi padri fondatori” e con l’abolizione dello “Sfogo” come primo punto del suo programma elettorale. I due incroceranno i destini di alcuni personaggi che vogliono chiudere i ponti con un passato ai limiti della legalità, e soprattutto con Dante Boshop “The Stranger (interpretato da Edwin Hodge) a capo del movimento di ribellione contro il regime dei “Nuovi padri fondatori”. Dovranno stipulare alleanze e subire tradimenti ma se riusciranno a passare indenni le 12 ore di barbarie sanno che l’elezione della senatrice Roan, nel frattempo sotto attacco per la revoca dell’immunità ai funzionari governativi fino al decimo livello, potrebbe avverarsi e cambiare le sorti della nazione.
Election Year, così come i primi due, è una pellicola godibile, piena di azione e di scene spettacolari. E’ preferibile guardare il film dopo aver recuperato i primi due anche perché si potrà assistere alla rappresentazione plastica dell’evoluzione dello “Sfogo” che passa dalla sorpresa di scoprire “bestiali” persone completamente insospettabili nella vita di tutti i giorni, al macabro business di chi vuole lasciare in dote un gruzzolo alla propria famiglia e si vende ai ricchi per il loro “Sfogo” , o all’asta che i potenti di turno organizzano dopo aver catturato le prede umane. James DeMonaco, che ha curato sia la regia che la sceneggiatura, sembra avere le idee chiare: azione e adrenalina sono i suoi punti di riferimento, la cura dei personaggi e la caratterizzazione del contesto politico-sociale un po’ meno. La contrapposizione e la lotta del Bene contro il Male è un tema che si sviluppa con una certa prevedibilità, a tratti sfiorando perfino la banalità, così come i protagonisti che si muovono con i più classici degli stereotipi già usati (e abusati). In compenso tutto è facilmente leggibile, decodificabile e, soprattutto, supportato da sequenze con idee, messa in scena e costumi che, loro sì, hanno un certo “quid” carismatico.
Indimenticabile l’auto delle ragazzacce che scorrazza nella notte completamente coperta e addobbata con le lucine di natale, il camion che passa a raccogliere i cadaveri “perché la città deve rimanere pulita” e l’arrivo all’aeroporto di tanti stranieri attratti dal “turismo omicida”. Tra loro anche un gruppo di russi vestiti con la bandiera americana e le maschere dei grandi presidenti Usa che si scagliano contro la senatrice e candidata alle presidenziali Charlie Roan. Vi ricorda qualcosa?
La Notte del Giudizio: Election Year. Sempre meglio di Trump.
Con "Election Year" la fortunata saga di James De Monaco arriva al terzo episodio, con un timing pressoché perfetto.