Nella sezione Orizzonti della 73a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è stato presentato Home. Dietro la macchina da presa la regista fiamminga Fien Troch che ha portato sul grande schermo una storia ispirata a fatti realmente accaduti.
La pellicola della Troch è probabilmente destinata ad essere amata o odiata, senza possibilità di posizionarsi in una via mediana. Ma pare la stessa regista per prima a non accettare compromessi di nessun tipo: dal contenuto spiazzante, duro e morboso della storia, ai tempi clamorosamente dilatati, alle tecniche di ripresa che faranno storcere il naso ai puristi dell’inquadratura.
Lina, Sammy, John e Kevin sono ragazzi poco più che adolescenti. Kevin ha finito di scontare sei mesi in carcere e la madre chiede alla sorella Sonja se il ragazzo può andare per un periodo da lei perché i rapporti con il padre sono pericolosamente conflittuali e non si fiderebbe a lasciarli soli. La donna acconsente ma non prima di averlo comunicato a suo marito Willem e a suo figlio Sammy, a cui i genitori permettono tutto pur di non alterare il suo precario equilibrio scolastico e apparire come una famiglia liberale e democratica. Nella nuova casa Kevin conosce la ragazza del cugino, Lina, un suo amico, John, e comincia a fare apprendistato nell’azienda idraulica degli zii ma, nonostante la giovanissima età, è un ex carcerato e i pregiudizi della gente lo inseguono e lo perseguitano. Stringe amicizia con John, un coetaneo che vive con una madre castrante. Kevin vorrebbe tornare a casa e soprattutto rivedere il suo fratellino Ruben ma sua madre lo scoraggia preferendo salvaguardare la serenità del marito. Il quadro d’insieme rappresenta tutte situazioni potenzialmente esplosive che si collocano in un ambiente di giovani dominato dalla noia. E’ la noia che genera i loro post su Facebook, gravi e privi di senso, o i video in cui il protagonista è il nulla quotidiano di ragazzi che stanno per affacciarsi all’età adulta. Le vicende non prenderanno una bella piega ma Kevin riuscirà di nascosto ad incontrare il piccolo Ruben che gli racconterà il risultato di un esperimento fatto a scuola: acqua e olio non si mescolano.
Fien Troch, al suo quarto lungometraggio, si era già occupata delle dinamiche di adolescenti. In Home il suo obiettivo cerca di indagare sul rapporto di questi con gli adulti e il quadro che ne esce non è davvero edificante per gli adulti, tanto che la punta più estrema del film, quella di un rapporto incestuoso, non appare che la logica, triste, drammatica conseguenza di una abituale comunicazione schizofrenica, adottata non si sa quanto inconsapevolmente con finalità educative . Il film si sarebbe potuto titolare anche Tre madri, quelle di Kevin, Sammy e John, tanto saranno decisive ai fini della storia (che, è bene sottolinearlo, prende spunto dalla realtà) e della (non) crescita dei rispettivi figli.
In Home si respirano per certi versi le atmosfere e i temi cari a Xavier Dolan. Certo, la poetica e il girato del regista canadese non sono ancora alla portata della pur brava cineasta belga. I tempi della Troch sono dilatati ma non fatevi prendere dallo sconforto perché dopo una trentina di minuti la pellicola decolla anche mantenendo un ritmo che se la prende comoda. Nelle inquadrature c’è un discreto abuso dello zoom tra una sequenza e l’altra e questo potrebbe disturbare l’ortodossia del montaggio; a noi non sono dispiaciute. Ma va detto che se l’intento era quello di dare il senso dell’isolamento dei personaggi, anche in questo caso si ribadisce che di Dolan al momento ce n’è uno solo.
I ragazzi di Home non sono abbastanza piccoli né abbastanza grandi da essere considerati come persone dagli adulti. A modo loro hanno la percezione chiara di avere vuoti da riempire e l’altrettanta chiara consapevolezza che di questo deficit ne pagheranno ancora le conseguenze. Ma in loro non ci sono rimpianti. Forse perché quando scatta la molla di un doloroso riscatto, l’importante è che l’acqua e l’olio non si mescolino.
Venezia 73: la recensione di Home
Nella sezione Orizzonti presentata una spiazzante pellicola sul rapporto tra giovani e adulti firmata dalla regista fiamminga Fien Troch.