Arriva nei cinema italiani Man In The Dark (Don’t Breath), la nuova pellicola di Fede Alvarez che, a fronte di un costo inferiore ai 10 milioni di euro, sta riscuotendo incassi per oltre 65.000000$ – e non accenna a fermarsi.
La pellicola è un thriller tanto intenso da sfociare nel campo dell’horror e vede come protagonista principale quello Stephen Lang che il grande pubblico ha imparato ad amare nel ruolo del colonnello Quaritch in Avatar (2009).
La narrazione prende le mosse a Detroit, che ormai sembra diventata un luogo d’elezione per il cinema ad alta tensione statunitense. Nei poveri sobborghi della città un gruppo ben caratterizzato di amici sopravvive scegliendo la via più facile: Rocky (Jane Levy), Alex (Dylan Minnette) e Money (Daniel Zovatto) sono infatti dei topi di appartamento che collezionano piccoli colpi che permettono loro di migliorare il proprio tenore di vita senza assumersi grossi rischi. Un giorno però arriva una soffiata di quelle tanto irresistibili da portare a commettere errori irrimediabili: i tre vengono a sapere che nel quartiere, isolato nel proprio appartamento, vive un ex militare non vedente che dovrebbe nascondere in casa il risarcimento milionario ricevuto anni prima in seguito alla morte della figlia in un incidente stradale. Un colpo tanto immorale quanto, in apparenza, facilissimo. Ma se per interpretare quel cieco eremita il regista ha scelto Lang, come potete immaginare la narrazione riserverà più di una sorpresa.
Fede Alvarez assurse a notorietà sei anni fa, quando il suo corto autoprodotto Ataque de Panico! divenne un caso su YouTube e attirò l’attenzione della Ghost House Pictures, che gli mise immediatamente a disposizione un budget intorno ai 35 milioni affidandogli il remake di La Casa. L’avvio di carriera fu così fulminante che, dopo Evil Dead, venne immediatamente contattato per la realizzazione di un cinecomic Marvel (non ci è dato sapere quale); sorprendentemente però Alvarez rifiutò la proposta perché sentiva di non aver ancora realizzato un film pienamente suo e, prima di abbandonarsi a un leviatano mass market di cui non avrebbe avuto il controllo, intendeva cimentarsi con una pellicola ‘propriamente’ sua. Quella pellicola è proprio questo Man In The Dark, che in un certo senso è quindi il vero debutto di Alvarez.
Quel che è evidente è che il regista uruguaiano è straordinariamente talentuoso nel gestire la tensione e che il suo climax si regge sul meccanismo dell’anticipazione: infatti i movimenti fluidi della sua macchina ne fanno un narratore onnisciente che più volte si sofferma su particolari che con lo svolgimento della pellicola si riveleranno sorprendentemente importanti, rivelando una visione d’insieme che conferisce un ampio respiro alla storia.
La sceneggiatura, firmata dallo stesso Alvarez con Rodo Sayagues, è abbastanza ben scritta da creare un’empatia piuttosto inusuale in un horror. I personaggi hanno in linea di massima motivazioni molto convincenti, la storia è piuttosto realistica e i dialoghi naturali. Non tutto è perfetto però: alcune forzature minano l’ultima parte della pellicola trascinandola in una direzione dai toni a volte eccessivi, e in generale si ha l’impressione di una certa ripetitività nella riproposizione dello schema azione-reazione-fallimento.
Ciò non toglie che Man In The Dark è un film di genere meravigliosamente confezionato e che vale la visione in sala.
A questo punto non resta che scoprire come Alvarez saprà gestire un progetto ad alto budget, dato che nel suo prossimo futuro c’è Dante’s Inferno per la Universal.