On the milky road è l’ultimo film presentato in concorso a Venezia e il primo film di Kusturica da dieci anni a questa parte. L’attesa era tanta, sia tra gli appassionati che tra la stampa, per il ritorno di un regista due volte Palma d’oro e per la prova attoriale della nostrana Monica Bellucci, che, dopo aver recitato in inglese,italiano e francese, è sembrata sicura anche in una lingua inusuale come il serbo.
Il film racconta, attraverso tre storie che Kusturica definisce “un po’ vere ma molto fantasiose”, il percorso di Kosta(Emir Kusturica), che da innocuo lattaio in tempo di guerra civile jugoslava, si ritroverà ad essere un fuggitivo.
I registi come Kusturica, a prescindere dalla pellicola che ci offrono, vanno sempre e comunque ammirati per quello che sono:artisti. Il serbo è uno che si ama o si odia, come Nicholas Windin Refn o Paolo Sorrentino; un regista con un stile unico, peculiare, al quale rimane fedele in ogni pellicola e che, per quanto possa o non possa piacere, è un patrimonio del cinema.
On the milky road ha tutti gli elementi cari al regista di Underground: il grande caos delle feste serbe, piene di alcolici e balli e musica e sparì in aria;gli animali, le galline, i polli, le oche, un falco ed un asino che sono i migliori amici del protagonista e poi ancora le oche che fanno il bagno nel sangue del maiale appena sgozzato;le donne folli e sensuali e il solito approccio carnascialesco alla guerra e alla tragedia.
Kusturica vuole raccontare una storia d’amore leggera,semplice e prevedibile, incastonata nel suo mondo dove niente sembra venire preso seriamente e, in mezzo a tutto il baccano, fra i proiettili e le bombe e la concreta e continua possibilità e l’avverarsi della morte, sboccia un amore,che sembra adolescenziale, fra due persone che hanno ben passato i cinquant’anni.
Fa un grande piacere vedere Monica Bellucci nel grande cinema. Dopo aver stupito come presentatrice in Le Meraviglie, la bella(bellissima), Monica offre un’altra prestazione solida, recitando in serbo e non sfruttando, finalmente, solo il suo corpo per interpretare un personaggio.
Kusturica non brilla come attore ma riesce nel durissimo lavoro di tenere tutto il caos insieme.
I momenti di grande comicità ci sono tutti:c’è un barista che asciuga i bicchieri con un Phon, un serpente che beve il latte, una nonna alla prese con uno strip poker sui primi computer, una gallina che salta dinnanzi allo specchio e tanto altro ancora; il cinema di Kusturica diverte tanto, regala grandi risate, attraverso un surrealismo sottile e uno spirito chiassoso da vero gitano.
L’impressione è che, come anche il caro Wenders, Emir sia un po’ “bollito” e senza “grandi” idee o guizzi che restano nella mente dello spettatore.
On the milky road non è niente male, non annoia e passano abbastanza spedite le due ore che compongono il film;eppure sembra mancare qualcosa per gridare al grande ritorno.
Una commedia alla Kusturica nella quale il regista, con grande lealtà, non rinuncia al suo stile divertente e inimitabile. Ci si dividerà, come sempre, fra detrattori ed appassionati;i primi lo affosseranno ed i secondi lo incenseranno. Al di là della qualità, i registi che dividono, rimangono patrimonio del cinema.
Venezia 73: la recensione in anteprima di On The Milky Road
Una storia d'amore in tempo di guerra tra Emir Kusturica e Monica Bellucci nel film in gara a Venezia per il Leone D'Oro.