Todd Phillips, regista di Una notte da leoni e di Parto col folle, torna in sala con Trafficanti. Stavolta a fare da fulcro alla storia l’inedita coppia formata da Jonah Hill e Miles Teller, al centro di una vicenda assurda ispirata però a un episodio realmente accaduto.
War Dogs (questo il titolo originale) segue le vicende di due amici di Miami poco più che ventenni (Hill e Teller) che, durante il periodo della prima Guerra in Iraq, sfruttano un’iniziativa semisconosciuta del governo per avviare una piccola attività relativa a contratti dell’esercito U.S.A.. Gli affari vanno a gonfie vele e presto i due si ritrovano miliardari, ma quando si prospetta l’eventualità di un affare al di sopra delle loro possibilità – un contratto da 300 milioni di dollari per armare le Milizie Afghane – iniziano a sorgere i primi, considerevoli, problemi.
La coppia dei protagonisti risulta tanto strana quanto ci si potrebbe aspettare, e l’alchimia sullo schermo non è sempre delle più convincenti. Jonah Hill, qui Efraim, lo avevamo già visto nei panni di Donnie Azoff in The wolf of Wall Strett: il tema del film sembra lo stesso, ma stavolta il suo personaggio ha – prevedibilmente – meno spessore e sfumature. Nel lavoro di Martin Scorsese l’attore ha impersonato un uomo combattuto tra desiderio di notorietà e disposizione all’assoggettamento, in un contrasto grottesco in grado di divertire e spaventare. Efraim invece non riesce a viaggiare sulle stesse corde: fanatico, trasformista e vigliacco incute sospetto fin da subito e si dimostra un uomo d’azzardo incapace di gestire i suoi affari. Un doppiogiochista dagli atteggiamenti esuberati, da gradasso, che non lasciano trapelare niente di ambiguo, nonostante lo script voglia suggerire proprio una certa doppiezza.
Dall’altra parte David (Miles Teller) dovrebbe rappresentare il contrappeso ‘drammatico’, incline alla serietà e ai buoni sentimenti, la cui funzione narrativa è quella di creare un paradosso comico con Efraim. Il tentativo c’è e i presupposti caratteriali sono buoni, ma non si raggiunge il divertimento auspicato e i due seguono un ritmo dissonante. Se il primo è troppo esagerato, il secondo si rifiuta di piegarsi alla sua logica, evitando la tensione della molla che allontanerebbe per unire. L’interpretazione ponderata di Teller lo rende un uomo normale che affronta un’avventura assurda come se fosse un lavoro in banca. Certo, la scelta è ponderata, ma questa ostentata normalizzazione priva il film di adrenalina ed emozioni.
Nonostante le buone intenzioni, le vicende si susseguono su una timeline prevedibile che rallenta il film, diventando un tappeto narrativo utile giusto a dar spazio a gag comiche non sempre indimenticabili.
Un guizzo di ritmo si ha nella scelta di mostrare alcune frasi, a mo’ di citazioni, prima che vengano pronunciate dai protagonisti. L’idea funziona e contribuisce a dare carattere al film, ma in qualche modo sembra un ammiccamento un po’ forzato agli status dell’era dei social.
Insomma, la commedia ha i suoi pregi ma chi si aspetta di ritrovare la stravaganza surreale delle vicende di una Una notte da leoni rimarrà deluso: i personaggi non vivono niente di folle, il denaro gli cambia solo apparentemente la vita e il percorso che affrontano li riporta al punto di partenza, senza che acquisiscano una reale consapevolezza. Se non vi lascerete ingannare dal nome di Hill (spesso sinonimo di un certo tipo di commedia demenziale) e partirete con la consapevolezza che stavolta non si tratta di una storia eccentrica alla Todd Phillips, allora passerete due ore e mezza (sì, la durata è eccessiva) più che piacevoli.
Trafficanti: la recensione della commedia con Jonah Hill e Miles Teller
L'inedita coppia Jonah Hill e Miles Teller in una commedia ispirata a una storia vera, dal regista di Una Notte Da Leoni.