Ghostbusters, Tarzan, Ben-Hur e chi più ne ha più ne metta: la febbre del remake ormai ha contagiato Hollywood e si sta diffondendo, da qualche anno a questa parte, a macchia d’olio, generando un dibattito oltreoceano (ma non solo) molto, molto acceso sulla crisi artistica senza precedenti del cinema commerciale americano (argomento interessante che merita un approfondimento a 360°). In mezzo a questo mare magnum, è stato presentato qualche settimana fa in anteprima alla 73° Mostra del Cinema di Venezia I Magnifici 7, il riadattamento del grande classico western diretto dallo specialista di blockbuster Antoine Fuqua (Attacco al Potere, Southpaw, The Equalizer) che uscirà nelle sale italiane il 22 settembre.
Il film, chiaramente, è una versione aggiornata del capolavoro del 1960 di John Sturges.
La cittadina di Rose Creek viene messa a ferro e fuoco dal magnate criminale Bartholomew Bogue (Peter Sarsgaard), costringendo in questo modo gli abitanti, capitanati dalla giovane Emma Cullen (Haley Bennett), a chiedere aiuto al cacciatore di taglie Sam Chisolm (Denzel Washington), che formerà una squadra di uomini (perlopiù fuorilegge, sicari e giocatori d’azzardo) pronta a tutto pur di proteggere Rose Creek.
Come già fa intuire il trailer, ci troviamo di fronte ad un prodotto studiato a tavolino (forse troppo).
Se l’obiettivo di Fuqua era quello di tirar fuori il classico popcorn movie innocuo, senza pretese e senza velleità autoriali, indubbiamente porta casa il risultato, dato che la pellicola ha una buona regia, il cast fa egregiamente il suo dovere e non ci si annoia mai (considerando i 132 minuti di durata); qui però stiamo parlando del remake di una pietra miliare del cinema americano (a sua volta riadattamento di un grande capolavoro della settima arte come I Sette Samurai di Akira Kurosawa) ed è necessario, in questo caso, andare più a fondo nell’analisi. Intanto, se credete che la vera fonte di ispirazione per il regista afroamericano sia il classico di Sturges siete fuori strada perché qui prende a piene mani dal Tarantino western degli ultimi anni (The Hateful Eight ma soprattutto Django Unchained); rispetto al buon Quentin però Fuqua non ha l’ironia, il cinismo ed il gusto nella messa in scena del geniale filmmaker e un’opera già svuotata in partenza della sua epica e della sua classicità è solo un bel contenitore senza contenuto: il ritmo non è mai veramente coinvolgente, i personaggi non sono mai veramente interessanti e l’azione non è mai veramente spettacolare. Non diamo però tutta la colpa a Fuqua perché il vero, grande punto debole de I Magnifici Sette sta nella sceneggiatura, assolutamente non all’altezza del compito: i personaggi sono bidimensionali (buoni e cattivi, non fa differenza), non si riesce ad intuire il vero motivo che spinge i nostri eroi a questa missione potenzialmente suicida (mentre nel film del 1960 erano ben chiari e molto più pragmatici) e l’unica idea interessante di questo remake, la visione del capitalismo come unico Dio, viene sviluppata in modo puerile e pretestuoso; questa resa finale ce la si può aspettare da Richard Wenk (sceneggiatore di filmetti come I Mercenari 2 e Professione Assassino) ma da Nic Pizzolatto, romanziere e creatore di quel capolavoro che risponde al nome di True Detective, no.
Nonostante ciò, il cast riesce a trasformare un film mediocre in un prodotto godibile.
I migliori sono senza dubbio Denzel Washington ed Ethan Hawke, che impersonano i personaggi decisamente più interessanti (in particolare Hawke) e, con la loro classe ed esperienza, bucano ogni volta lo schermo; bravi sono anche Chris Pratt e Vincent D’Onofrio ma qui ritorniamo al discorso dell’opera studiata a tavolino e dell’inadeguatezza dello script: a far da padrone c’è il politically correct (nel cast c’è il nero, c’è l’ispanico, c’è l’orientale, c’è la donna bella e badass) ed è un peccato vedere un grande interprete come D’Onofrio (il Wilson Fisk di Daredevil) in un ruolo macchiettistico e Pratt, che qui è il character comico, in una veste di mattatore tale da risultare, in molti casi, tanto irritante quanto forzata.
Parliamoci chiaro, I Magnifici 7 è il film perfetto per passare in maniera spensierata due ore al cinema ma non se ne sentiva sinceramente il bisogno di questo remake (e qui molti dubbi sorgono su ciò che sarà il riadattamento di Scarface diretto da Fuqua, attualmente in lavorazione) che, non abbiate dubbi, finirà presto nel dimenticatoio.