Avvertenze: prima di assistere a Sausage Party – Vita segreta di una salsiccia, il nuovo film di animazione targato Sony Pictures, lasciate a casa i bambini. Meglio che i minori restino in quell’universo fantastico, dove ci sono le api e i fiori, i cavoli, la cicogna e tutto il resto. Chissà che confusione di fronte alla salsiccia Karl, che non solo parla e canta, ma trova in Brenda la sua panina e una storia d’amorosi sensi.
In realtà, anche gli adulti dovrebbero lasciare a casa qualunque forma d’ipersensibilità e di moralismo.
Date queste premesse, potete lasciarvi andare a Sausage Party-Vita segreta di una salsiccia, che vi offrirà in cambio un divertimento a dir poco selvaggio. In un immenso supermercato, a ridosso del 4 Luglio (il più americano tra i giorni di festa), aspettano sul loro scaffale una confezione di salsicce (che in realtà sembrano più wurstel) ed una confezione di apposite panine. Stipati nei relativi imballaggi, passano il tempo tra flirt e battute da caserma, aspettando di essere scelti. Va detto che Frank e i suoi colleghi, sono salsicce di fede: per loro, come per tutti i generi alimentari che popolano il supermarket, esiste un preciso disegno divino: sono stati gli Dei a sistemarli sugli scaffali, divisi per genere, in attesa che gli umani li scelgano, aprendo le porte del Grande Oltre.
Non è che le salsicce sappiano davvero cosa accade oltre la barriera delle casse. Eppure, la loro fede è incondizionata e totale: fuori dalle porte scorrevoli, nel mondo degli umani, quello che li attende è il paradiso, dove tutti i sogni si avverano.
In particolare, per Frank e Brenda, il Grande Oltre è il sogno d’amore che si realizza. Il luogo dove, finalmente, potranno perdersi l’uno dentro l’altra. Tra una battuta e un’altra, scorre così la loro vita segreta, impercettibile ai clienti del supermercato. Mentre gli enormi esseri umani si aggirano accumulando cibo, salse, snack e bevande, i nostri amici non fanno una vita facile. Vivono nel terrore della data di scadenza, dell’oblio, del buco nero che è il secchio della mondezza.
Un brutto giorno, un vasetto di Mostarda è riconsegnato per un cambio. Il poveretto è preda dello stress post-traumatico. Sostiene di conoscere la verità sul Grande Oltre. Parla di orrore: coltelli, pentole, tavole imbandite. Le sue rivelazioni scatenano rapidamente il panico. Inizia così la missione di Frank, pronto a tutto per conoscere la verità.
Il film di Evan Goldberg e Seth Rogen rilegge le tappe del “viaggio dell’eroe” in formato salsiccia. Oltre che un’avventura rocambolesca, è un viaggio di formazione esistenzialista. Soprattutto, rilancia l’idea di “politicamente scorretto” oltre i limiti della più sfrenata immaginazione.
In Sausage Party ce n’è per tutti, nessuno escluso. Religioni varie, risposte sull’aldilà e la morte, precetti e regole sulla condotta di vita. Si ride di tutto, maschi e femmine, ebrei e musulmani, etero e omosessuali. Nel sua battaglia contro l’ignoto, Frank sarà accompagnato da Brenda, ma anche dall’amico Carl, tormentato da altri würstel per la sua scarsa statura. A loro si aggiungeranno un Bagel (ebreo) e un Lavish (esemplare di pane arabo coi baffi), una signora Taco, uno sciamano a forma di bottiglia d’Acquavite. I nostri eroi dovranno affrontare grandi sfide, ed un perfido antagonista: Don Lavanda (ebbene sì, è quel genere di lavanda per signore). Qualcuno, a questo punto, potrebbe porre una domanda legittima…
In questa favola, dove l’ipocrisia non esiste e la satira non ha remore, ci sarà pure una certa volgarità. Allora: che c’è di diverso dai nostri cinepanettoni? La differenze è una ma è profonda, gigante, dalle radici antiche: si chiama humor nero.
Nel lontano 1935 André Breton, padre fondatore dell’avanguardia surrealista, teorizzava con l’Antologia dello Humor Nero la necessità dello scandalo e del disagio. Non poteva esistere né umorismo né arte, se non disturbando la coscienza degli spettatori. Per questo, non c’era altra via che attaccare i cardini del decoro e l’apparenza borghese. Dai Monty Python a South Park, i Griffin e American Dad, esiste una lunga tradizione cinematografica e poi televisiva, votata a demolire il concetto di “politically correct”. Sembra dirci che oggi, che tutto si può mostrare, restiamo schiavi degli stessi limiti, gli stessi quattro atavici tabù. Nel 2014 The Interview, prodotto sempre da Goldberg e Seth Rogen, ha scatenato un reale incidente diplomatico. Il film, interpretato da Rogen e dal fidato James Franco, sceglieva un bersaglio di scarsa auto-ironia: il dittatore nordcoreano Kim Jong-un.
Quest’anno Goldberg, Rogen e James Franco hanno puntato ancora più in alto: direttamente alla paura della morte, al senso della vita. Sausage Party – Vita segreta di una salsiccia arriva nelle nostre sale per il 31 Ottobre. Se cercate un film diverso, avrete pane per i vostri denti.