La giovinezza e la spensieratezza di una ragazza ventenne ed il tradizionalismo del Cambogia rappresentano il fulcro di Turn Left, Turn Right, film di Douglas Seok in concorso al Torino Film Festival 34. Kanitha è una sognatrice che deve fare i conti con una madre che la vorebbe vedere accasata e con un padre anziano e malato. In una Phnom Penh a dir poco caotica, Kanitha si guadagna da vivere prima come cameriera di un locale notturno, poi come receptionist di un hotel: lavori persi uno dietro l’altro per negligenza, con l’ambizione sempre presente di emulare una nota ballerina della tv cambogiana. Prima della morte del padre però vorrebbe ripescare un ricordo dell’infanzia perduta da condividere insieme a lui…
Opera prima di Douglas Seok, Turn Left, Turn Right è diviso in 12 capitoli e riflette sulla storia e sulla memoria della Cambogia attraverso la storia di Kanitha e della sua famiglia. La trama è povera, tanto da ricordare più un cortometraggio allungato che un lungometraggio, ma si tratta di un lavoro certamente inventivo: un concept album che compone, come pezzi musicali di un disco, la storia di Kanitha e del padre morente, ma metaforicamente anche di una Cambogia occidentalizzata e delle tradizioni della sua civilità (ormai perdute ma tanto rimpian). Un film ambizioso, stilisticamente potente ma privo di sviluppi narrativi.
La colonna sonora è composta dalla musica cambogiana moderna, scelta azzeccata, mentre la fotografia di Steve Chen affascina: riprese del mare con carrellate orizzontali, sovraimpressioni di fotogrammi e altre tecniche ben adoperate. Da segnalare inoltre la buona performance di Kanitha Tith ed il cameo di Dy Saveth (importante attrice cambogiana e Miss Camogia nel 1959). Lo sforzo stilistico però non basta a fronte di una tale pochezza contenutistica: deludente e pretenziosetto, l’esordio di Seok è decisamente insufficiente.
TFF34 – Turn Left, Turn Right: la recensione in anteprima (no spoiler)
Il regista cambogiano Douglas Seok esordisce con una storia familiare in cui riverberano considerazioni sociopolitiche sul suo paese.