Il 2016 in Francia è stato per il cinema un anno record, in cui gli incassi in sala hanno registrato un +4% e sono stati tra i più alti degli ultimi 50 anni. Anonima Cinefili approfitta dello spunto offerto dai dati del Centre National du Cinema per proporvi per qualche giorno un focus su quelle pellicole in lingua francese che negli ultimi anni si sono distinte oltralpe ma delle quali probabilmente non avete sentito parlare.
Tra i tanti luoghi comuni del cinema, uno ci sentiamo di condividerlo: i francesi le commedie le sanno fare. Non che gli altri, italiani compresi, siano da meno, ma il valore aggiunto che rende originali i cugini d’oltralpe è nel saper addentrarsi con coraggio in sentieri poco battuti sul grande schermo, mantenendo intatti elementi di leggerezza, umorismo e brillantezza ma aggiungendo frizzantezza e intelligenza. La conferma arriva da Je suis à vous tout de suite (2015), che tradotto suona più o meno come Sono subito per voi, un film di Baya Kasmi, scrittrice e regista francese, al suo primo lugometraggio dopo qualche corto e alcune sceneggiature di serie tv e film tra cui Ippocrate del 2014.
Omar Belkacem (Ramzy Bedia) è un algerino che vive in Francia dove si è sposato con Simone (Agnès Jaoui). Lui è un “droghiere sociale”, nel suo negozio vende un po’ di tutto ma sono la sua passione e la sua generosità a renderlo unico e amato dalla comunità; disponibile con tutti fino all’inverosimile, in lui non c’è ombra di malizia tanto che se qualcuno si “dimentica” di pagare il conto lui non gli chiede nulla perché “non vuole importunare la gente”. Simone è una psicanalista che per convinzione politica ha aperto la sua casa a tutte le persone del quartiere che hanno bisogno di consigli o di vere e proprie terapie di supporto psicologico, ignorando probabilmente che il primo supporto lo dovrebbe avere lei stessa e suo marito. In questo clima familiare nascono Hanna (Vimala Pons) e Donnadieu (Mehdi Djaadi), entrambi ricevono un’educazione liberale e caoticamente aperta. Entrambi crescono sviluppando a modo loro personalità senza sovrastrutture ed entrambi producono eccessi opposti: Hanna nell’acconsentire ad ogni cosa fino alle estreme coneguenze e Donnadieu, al contrario, nel negare, rinnegare e riadattarsi radicalmente all’educazione ricevuta. Lei diventata manager di un’azienda vinicola, va a letto con gli uomini che è costretta a licenziare per “consolarli” e vende il suo giovane corpo per aiutare economicamente una prostituta nera agé, mentre lui si converte all’islamismo, cambia il suo nome assumendo quello di Hakim, e comincia a basare la sua vita su convinzioni stereotipate, coinvolgendo sua moglie e i suoi figli in scelte non sempre felici. L’incontro di Hanna con un uomo (Laurent Capelluto) e un problema di salute di Hakim costringeranno i due a confrontarsi, a cercare di recuperare un rapporto di fratellanza che probabilmente non avevano mai avuto e a rimettere ordine alle loro vite personali e familiari.
Buona la direzione della regista francese che sceglie un taglio senza particolari guizzi, artifici o colpi di teatro. Tutto il girato è molto lineare, da manuale. Il vero grande merito di Baya Kasmi, però, è quello di aver portato a casa una gestione dei tempi pressoché perfetta. Assolutamente apprezzabile l’equilibro tra l’incedere del racconto ed i feedback che mostrano azioni e fatti precedenti che hanno coinvolto i personaggi del nucleo familiare. Tutto fila liscio come l’olio sebbene non ci siano cali di tensione e invece, al contrario, spesso evoluzioni sorprendenti. La scrittura, molto ben organizzata della stessa Kasmi, ha contribuito di sicuro a questo risultato finale, così come anche la cura del montaggio. Je suis à vous tout de suite è un esempio di come per fare un ottimo lavoro non necessariamente bisogna ricorrere a effetti speciali o stramberie varie, ma che occorrono essenzialmente un buono script, idee chiare di regia e buoni attori (Vimala Pons e Agnès Jaoui su tutti).