In Francia ha già conquistato oltre un milione di spettatori: dal 23 Marzo arriva anche sui nostri schermi In viaggio con Jaqueline, il secondo lungometraggio di Mohamed Hamidi, prodotto da un tris d’assi come Nicolas Duval Adassovsky, Laurenr Zietoun e Yann Zenou.
Anche stavolta i produttori di Quasi amici, la commedia che dal 2011 resta saldamente al secondo posto nella classifica dei film maggior successo in tutta la storia del cinema francese (il primato spetta a Giù al nord di Dany Boon), confermano il loro speciale talento per l’’intrattenimento di qualità, e una comicità che riesce a divertire con grazia.
In viaggio con Jaqueline è un film fresco, deliziosamente naif, che sceglie il linguaggio leggero della fiaba. Eppure, il suo messaggio non potrebbe essere più serio: rifiutare stereotipi e pregiudizi sui migranti, in particolare di religione islamica.
In un momento storico dove immigrazione, muri e confini sono al centro del dibattito politico internazionale, Mohamed Hamidi ha scelto di raccontare una storia sulla spontaneità dell’amicizia.
È la storia di Fatah (Fatsah Bouyahmed): contadino che non ha mai lasciato il suo minuscolo villaggio in Algeria. Fatah ha una vacca, Jacqueline, che ama sopra ogni cosa. Per lui Jacqueline è sopra ogni dubbio la più bella vacca del mondo. Per questo, il suo sogno è concorrere al Salone dell’Agricoltura di Parigi. Incredibilmente, il suo sogno potrebbe diventare realtà: dopo tanti anni d’insistenza, la giuria del Salone dell’Agricoltura ha deciso di accettare la sua candidatura. L’intero villaggio fa il tifo per loro, nonostante la missione sia particolarmente ardua: Fatah è riuscito a mettere insieme solo i soldi per la nave, e dovrà attraversare la Francia a piedi, da Marsiglia a Parigi. Ma la sua simpatia, il suo buon cuore e quello straordinario affetto per la sua vacca Jacqueline, gli faranno trovare molti alleati lungo la strada. In particolare, Fatah e la sua surreale missione sconvolgeranno la vita di Philippe (Lambert Wilson), un conte decaduto appena abbandonato dalla moglie. Tra nuovi amici e esilaranti equivoci, riusciranno i nostri eroi a raggiungere Parigi in tempo per il prestigioso Salone dell’Agricoltura?
In viaggio con Jacqueline ha tra i suoi punti di forza un cast eccezionale: in primis, il protagonista Fatsah Bouyahmed, attore teatrale di origini algerina, alla sua prima prova su grande schermo. Bouyahmed ha partecipato anche alla sceneggiatura, contribuendo in modo determinante al successo del film. Impossibile non affezionarsi al suo Fatah, così innocente e strampalato. Per non parlare di Jacqueline: con i suoi grandi occhi, la vacca co-protagonista del film è più espressiva di molte interpreti in circolazione. Inoltre, il film è forte di ottimi comprimari, su tutti Jamel Debbouze, il comico magrebino che da una piccola radio underground è diventato una star della tv francese, e che certo ricorderete per le sue interpretazioni ne Il favoloso mondo di Amélie (2001) e Asterix & Obelix: Missione Cleopatra (2002).
Mohamed Hamidi è così riuscito a centrare il suo obiettivo: realizzare un road movie attraverso la Francia, ispirato a un capolavoro come Una storia vera di David Lynch (1999), ma anche ad una comicità d’altri tempi, come quella de La vacca e il prigioniero di Henri Vermuil, commedia del 1959 con l’indimenticabile Fernandel.
Prima di approdare al cinema, Hamidi è stato per molti anni professore associato in economia all’Università di Bobigny, ponendo sempre al centro delle sue ricerche l’integrazione e la promozione della cultura multietnica. Scopo del film era restituire la magia dell’incontro con chi ha sempre vissuto in un contesto contadino: raccontare una favola che avesse un sostrato politico mai esplicitamente declamato, eppure molto chiaro.
“In questi tempi difficili di conflitti politici e religiosi, volevo mostrare che gli individui, qualsiasi sia la loro origine, possono vivere insieme e condividere molto al di là delle loro differenze di ceto, cultura e religione.” ha dichiarato Mohamed Hamidi
Certo, In viaggio con Jacqueline è un film dalla comicità sottile e delicata, probabilmente un po’ troppo per gli standard medi del pubblico italiano, che forse non risponderà con gli stessi straordinari numeri dell’audience francese. Noi vi consigliamo comunque la visione di questo film: un esempio pregevole d’intrattenimento di qualità, particolarmente adatto a famiglie, bambini e ragazzi.