Sgombriamo il campo da equivoci: il Grande Cinema è altrove (e non è che sia tanto facile trovarlo, a dirla tutta). Ma La verità vi spiego sull’amore, il nuovo film di Max Croci, è un lavoro ottimamente riuscito, perché riesce ad essere perfettamente quello che vuole. Ispirato all’omonimo caso editoriale di Enrica Tesio e al blog TiAsmo, il film racconta una storia pop e colorata che parla a un’intera generazione di giovani mamme, pronte a riconoscersi nelle disavventure e nelle speranze di una protagonista normale in un mondo normale. Quindi, così come non avrebbe senso paragonare un libro di Fabio Volo a un libro d’autore, allo stesso modo non c’è motivo di esercitare alcuno snobismo cinefilo nel riflettere su un lavoro onestissimamente nazionalpopolare: se appartenete a quella fetta di mondo cui la frase “la gabbia toracica si chiama così perché serve a non far volare via il cuore” non fa venire l’orticaria bensì suscita emozione, allora è proprio il film per voi.
Dora (Ambra Angiolini) viene lasciata dal marito (Massimo Poggio) dopo 7 lunghi anni insieme. Ha due figli svegli e adorabili con delle nonne che più agli antipodi non potrebbero essere (Giuliana De Sio e Pia Engleberth), una migliore amica allergica ai rapporti stabili (Carolina Crescentini), un ‘tato’ sui generis che si dimostra sorprendentemente adatto al ruolo (Edoardo Pesce) e una vita tutta da ricostruire – come se le rimanesse il tempo per farlo.
Lo script del quasi esordiente Federico Sperindei si muove sul solco tracciato dalla Tesio, e piuttosto che proporre un vero e proprio arco di evoluzione della protagonista – che alla fine della storia si rivelerà comunque modesto, nonostante sia il tema del cambiamento a dominare – ci racconta uno spaccato del suo mondo, infarcendolo dell’immaginario caro alle lettrici della blogger/scrittrice. L’impianto del film sarebbe molto televisivo, se non fosse per il linguaggio di Croci che fa di tutto per confezionare in modo accattivante la storia. I toni infatti, con un approccio quasi ‘pubblicitario’, sono sempre leggeri se non allegri, anche nei momenti più malinconici, e il ritmo è serratissimo (il merito va riconosciuto anche all’editing di Giuseppe Trepiccione). Croci, che aveva girato i suoi precedenti Poli Opposti e Al Posto Tuo in strettissima successione, ha qui modo di raffinare e definire ulteriormente il proprio stile e, confermando una predilezione per la commedia americana, propone panoramiche a schiaffo, molti tagli, abbattimento della quarta parete, intermezzi caricaturali accentuati dal commento sonoro e inquadrature sempre molto ravvicinate (raramente vediamo aria in testa e ciò a volte risulta frustrante, ma il formato 21:9 non aiuta), nelle quali l’uso della simmetria e la sua negazione diventano strumenti narrativi. Quello che colpisce e non sempre funziona è la scelta di adottare uno sguardo sempre più basso di quel che ci si aspetterebbe da un approccio più scolastico, ma d’altronde fa parte delle scelte creative di un cineasta, e forse la cosa è riconducibile all’intenzione di ritrarre un mondo in cui il punto di vista dei bambini rimane sempre una costante. La fotografia del bravo Fabio Zamarion tende ad essere più satura di quella vista in Poli Opposti e con neri più compressi, ma contribuisce ugualmente a dare un mood caldo all’insieme.
Il cast sembrerebbe perfetto sulla carta e quasi lo è all’atto pratico, ma la brava Angiolini, che solitamente riesce ad eccellere anche in film decisamente modesti, qui fatica ad entrare in parte. Difficile capirne il motivo, ma già nel precedente lavoro del regista la sua performance lasciava qualche dubbio – in quel caso probabilmente a causa di qualche taglio di troppo al montaggio. Fatto sta che i dialoghi che le vengono affidati sono naturali e verosimili, ma si fatica a trovarla completamente credibile. Anche nei momenti in cui parla agli spettatori, anziché ‘buttar via’ la battuta opta per una declamazione più carica, perdendo la sensazione di intimità che probabilmente Croci voleva ricercare con questa soluzione narrativa. Al netto di queste ‘sottigliezze’ cui probabilmente il target del film non farà lontanamente caso, gli attori si dimostrano magnificamente adatti ai rispettivi ruoli. Pesce è divertente e offre un perfetto mix tra tenerezza e apparente inaffidabilità, la Crescentini si dimostra a suo agio in una maschera in cui l’abbiamo già vista in passato e la De Sio e la Engleberth rubano la scena.
In conclusione La verità vi spiego sull’amore è un film realizzato con cura e che, senza l’ombra di un intento autoriale, vuole portare in sala un intrattenimento semplice che però, a ben vedere, avrà per molte giovani donne – quelle che si riconosceranno in Dora – un plusvalore emotivo da non trascurare. I palati più esigenti rimarranno delusi, ma prima di andare in sala tenete sempre presente il sottotitolo del blog che ha ispirato tutta l’operazione: “Prima o poi l’amore arriva. E t’incula.”.
La verità vi spiego sull’amore: un film riuscitissimo, a suo modo (recensione)
Max Croci torna a dirigere Ambra Angiolini nell'adattamento dell'omonimo successo editoriale: la storia di una mamma che deve riscoprire la vita da single.