Lo spagnolo Raúl Arévalo, classe 1979, come attore può vantare una carriera già ricca di pellicole di successo, eppure in qualità di regista e sceneggiatore ha firmato una sola pellicola, Tarde para la ira, presentata in anteprima a Venezia 73 nella sezione Orizzonti (dove è stata premiata per la miglior interpretazione femminile) e al Toronto Film Festival.
Ora quel film arriva nelle nostre sale con il titolo La vendetta di un uomo tranquillo, e sappiate che, nonostante si tratti di un’opera prima, è un revenge movie asciutto, con una scrittura perfetta e magnificamente realizzato. Un film da non perdere, insomma.
José (Antonio de la Torre) è un uomo di mezza età che frequenta assiduamente il bar gestito da Ana (Ruth Díaz), dove ha fatto amicizia con un gruppo di avventori che si ritrovano abitualmente per giocare a carte. Ha un debole per la proprietaria del bar, ma il marito di Ana, Curro (Luis Callejo), sta per uscire dal carcere dopo una lunga detenzione. Presto le vite di tutti i personaggi, che in un modo o nell’altro saranno destinate a incrociarsi, finiranno per esser travolte da eventi totalmente imprevedibili.
La vendetta di un uomo tranquillo è una pellicola a suo modo spietata, nella quale Arévalo disegna un complesso meccanismo a orologeria il cui risultato finale è quello di raccontare un mondo nero come la pece, in cui non c’è spazio per la tranquillità cui si fa riferimento nel titolo italiano. Una macchina narrativa impeccabile che si regge su personaggi ottimamente scritti e ancora meglio interpretati, su una regia che con pochi fronzoli crea una tensione e un ritmo perfetti, e che dimostra come si possano produrre pellicole di genere assolutamente ragguardevoli – e capaci di incassi importanti – anche con un budget modesto.
A corroborare gli straordinari risultati ottenuti al botteghino da Tarde para la ira ci sono anche un riconoscimento unanime da parte della critica e un palmarès di tutto rispetto, forte anche di quattro premi Goya (miglior film, miglior regista esordiente, miglior sceneggiatura originale e miglior attore non protagonista).
Se proprio volessimo trovare un difetto al film, potremmo dire che la fotografia di Arnau Valls Colomer non brilla per originalità, ma conoscendo i lavori del cinematographer spagnolo viene da pensare che la scelta di un parco rigore di immagini e colori derivi da un’espressa volontà di Arévalo, che infatti ha scelto di optare per l’ormai rara pellicola in 16mm, la cui conversione a 35mm in fase di stampa comporta una forte grana che diventa parte fondamentale del mondo ‘caldo’ e polveroso messo in scena dal regista.
In conclusione La vendetta di un uomo tranquillo, sulla cui trama non vi possiamo rivelare altro senza rovinarvi la visione, è un lavoro eccellente che vi consigliamo di correre a vedere in sala (sarà distribuito da BiM a partire dal 30 marzo) e che ci lascia in trepidante attesa per la seconda opera da regista e sceneggiatore di Arévalo. Potrebbe essere nato un nuovo talento.
La vendetta di un uomo tranquillo: un film da non perdere (recensione no spoiler)
Dalla Spagna arriva un revenge movie asciutto, pessimista e spietato, premiato ai Goya e alla Mostra di Venezia. Imperdibile.