The Startup – Accendi il tuo futuro (con la grafia <The_startup>) parla di e ai giovani, a quei ragazzi che in Italia hanno ancora il coraggio di credere in se stessi e nelle proprie idee, e propone loro una storia di speranza, presentando la loro generazione con un taglio innovativo, lontano dai termini problematici con cui è stata prevalentemente raccontata fino ad ora. In The Startup la gioventù italiana è presentata come “un seme di energia”, chiarisce il regista Alessandro D’Alatri: la voglia di fare, di investire su di sé e sul futuro è un tratto che accomuna tutti i personaggi. In 97 minuti, si smantellano le comode gabbie stereotipate in cui i ventenni italiani sono stati racchiusi da una generazione che vent’anni non li ha più.
Prodotto da Luca Barbareschi (Casanova Multimedia e Rai Cinema) e distribuito da 01 Distribution, The Startup è tratto da una storia vera, e sarà nelle nostre sale dal 6 Aprile. Il protagonista, Matteo Achilli (Andrea Arcangeli, che ci regala un’ottima performance) viene dal Corviale, nella periferia di Roma, e, se i film contemporanei ce la raccontano come sinonimo di degrado, The Startup ci parla di una periferia non stereotipata, che, al di là dei cliché, è ovviamente abitata anche da persone comuni, oneste, con un senso profondo del lavoro. Matteo è un ragazzo normale, con una famiglia ordinaria. Non è un genio, non è speciale, ha soltanto avuto un’idea brillante: un social network che metta in contatto le aziende con i ragazzi che cercano lavoro, ai quali viene assegnato un punteggio di merito tramite un algoritmo basato su vari parametri oggettivi. Seguiamo i primi passi e l’infanzia di Egomnia (nome scelto da Matteo per la sua creatura), da quando non è che un progetto su carta fino al successo. Matteo, però, non è il genio isolato che emerge grazie alle sue strabilianti capacità. Al suo fianco, si delineano altri personaggi chiave. Giuseppe Iacoducci (Luca di Giovanni), ingegnere informatico che programma Egomnia, Emma (Paola Calliari) la fidanzata che Matteo rischia di perdere, Cecilia (Matilde Gioli), giornalista e studentessa della Bocconi, fondamentale per il lancio del network, e Valerio Maffeis (Matteo Leoni) il ‘Lucignolo’ della situazione, che trascina il protagonista lontano dai suoi obbiettivi. Il tipico successo americano, perfetto e scintillante fin dal primo istante, non esiste in The Startup. Quella di Matteo Achilli è la storia di un travagliato percorso di crescita, in cui lo spettro del fallimento, emotivo e lavorativo, non è irrealisticamente accantonato, ma rischia quasi di risucchiare il protagonista che arriva a un passo dal tradire gli ideali alla base di Egomnia. Merito, sacrificio, famiglia, amore, impegno costante, più che l’esaltazione del genio, è ciò che emerge da The Startup. Più un giovane Bill Gates che un novello Seve Jobs.
In The Startup, i giovani si riconoscono: nell’euforia del post maturità, nei problemi delle relazioni a distanza, nella difficile scelta del percorso universitario, gravata dal peso delle aspettative genitoriali. Un’aderenza rafforzata dalla normalità e dalla quotidianità che si respira nella mezz’ora iniziale. Pur partendo dal niente, senza essere un genio, ma un ragazzo come potrebbe esserlo chiunque, Mattia ce l’ha fatta, e solo quest’ultimo “dettaglio” differenzia la sua vita da quella di un comunissimo ventenne: una speranza per i giovani imprenditori italiani. “Ciascun essere umano può essere una startup”: le parole del regista delineano in questo modo lo spirito del film.
Il regista e lo sceneggiatore ci presentano una buona descrizione del contesto culturale dell’Italia contemporanea, dalle banche che chiudono le porte agli investimenti dei giovani, al lavoro sottopagato e sfruttato, arrivando al grande tema della raccomandazione, chiave di volta che pianta, nella mente di Matteo, un seme: l’idea di creare una startup che premi il merito.
Sarebbe stato certamente interessante approfondire un altro aspetto della realtà imprenditoriale italiana: quello di imprese cosiddette ‘innovative’ cui vengono erogati consistenti fondi pubblici ma che poi si rivelano cloni dilettantistici di realtà ben più importanti e non sopravvivono al debutto sul mercato (quante volte abbiamo sentito parlare del “nuovo Google italiano”?), o quello di progetti solidi che riescono ad andare in porto solo grazie a business angels stranieri. Non era questo lo scopo del film, ma già il racconto di un paese in cui non si è necessariamente costretti a piangersi addosso ha una freschezza più che apprezzabile. “L’Italia è piena di talenti, tutti sognano Italia, tranne gli Italiani, e questo a causa di una cattiva comunicazione” conclude il regista, che con questo film vuole invece veicolare una fiducia in noi che non è così comune in sala.
The Startup – Accendi il tuo futuro: la recensione in anteprima
Il mondo delle giovani imprese innovative è al centro di un film che vuole raccontare un'Italia diversa da quella cui siamo abituati in sala.