Un narratore fuori campo, Valeria Golino con la favella napoletana, il massimo del kitsch partenopeo, un regista capace come Gaudino, dei grandi caratteristi come Massimo Gallo e Salvatore Cantalupo e infine un personaggio finalmente perfetto per Adriano Giannini, interpretato dal figlio del grande Giancarlo con una cattiveria esemplare. Per amor vostro, presentato a Venezia nel 2015, è un lavoro semplicemente unico. Una Napoli bianca e nera, oscura, raccontata da due punti di vista che i non-napoletani non possono comprendere fino in fondo: il mondo delle telenovelas napoletane, le quali, come per la musica neomelodica, godono di uno star system tutto loro, sentitissimo nel capoluogo campano e inesistente nel resto dell’Italia; e poi il crimine, la malavita, i furterelli e le difficoltà di quartieri dove ancora è vivo il patriarcato e la moglie e i figli sono sottomessi al padre come lo schiavo al padrone. La narrazione viene portata avanti con tutti i mezzi che il cinema offre: la musica neomelodica che descrive le avventure della protagonista, il narratore fuori campo e la colorazione improvvisa, kitsch, che trasforma Valeria Golino in una santa, la vediamo come una pala votiva del ‘400, se fosse stata fatta da David LaChapelle.
Anna è stata una bambina spavalda e coraggiosa. Oggi, è una donna “ignava”, nella sua Napoli, che da vent’anni ha smesso di vedere quel che davvero accade nella sua famiglia, preferendo non prendere posizione, sospesa tra Bene e Male. Per amore dei tre figli e della famiglia, ha lasciato che la sua vita si spegnesse, lentamente. Fino a convincersi di essere una “cosa da niente”. La sua vita è così grigia che non vede più i colori, benché sul lavoro – fa la “suggeritrice” in uno studio televisivo – sia apprezzata e amata, e questo la riempia di orgoglio. Anna ha doti innate nell’aiutare gli altri, ma non le adopera per se stessa. Non trova mai le parole né l’occasione per darsi aiuto. Quando finalmente, dopo anni di precariato, riesce a ottenere un lavoro stabile, inizia il suo affrancamento da questo stato. Anche dal marito, del quale decide finalmente di liberarsi. Da quel giorno affronta le tante paure sopite negli anni, come quella di affacciarsi al balcone di fronte al mare. Perché sa che quel mare è per lei un oracolo. Il mare unico elemento ancora non contaminato dal suo sguardo grigio.
Far funzionare al cinema un film esteticamente brutto, volutamente ridicolo eppure a proposito di un mondo duro, difficile e tragico è un’impresa improba. Gaudino ci è riuscito. Lo ha fatto grazie a una strepitosa Valeria Golino che per la sua interpretazione ha vinto la Coppa Volpi, un’attrice che è un vero e proprio patrimonio del cinema italiano, l’unica stella internazionale insieme a Monica Bellucci. Qui si spoglia di qualsiasi freno “borghese” e ci scordiamo di tutte le lingue che conosce, della sua vita in giro per il mondo a lavorare con diversi registi e ci concentriamo su Anna. Una vita dura, la sua, fra i tre figli che deve crescere quasi da sola, la mancanza di denaro, un marito fuorilegge con perenni problemi di soldi e debiti con tutti. Una vita, per l’appunto, vissuta “per amor vostro”, verso la famiglia che non si può lasciare. La famiglia che è vista come un singolo organismo e non un insieme di persone; in altre parole, la vita, per una donna come Anna, si può vivere solo per amore degli altri: a curarsi della casa, del denaro, dei figli, a disposizione del marito, sia per le botte che per il sesso, a disposizione dei vicini che le chiedono aiuto e con il mare fuori dalla finestra come orizzonte di una nuova vita possibile.
Adriano Gianni trova uno dei ruoli della vita come divo da quattro soldi, pieno di sé e disperato per i debiti. C’è una discendenza diretta da Le notti di Cabiria di Federico Fellini, riscontrabile negli sguardi e negli atteggiamenti della Golino, la quale, come Giulietta nel capolavoro di Fellini, è una donna troppo gentile e troppo ottimista per affrontare il mondo. L’episodio finale del film del ’57, dove il grande Amedeo Nazzari ingannava Giulietta che alla fine, stremata, gli chiedeva di ucciderla. L’atteggiamento remissivo di Anna nei confronti del marito è analogo; si presta agli schiaffi e ai pugni e ai tradimenti, sia per il peso della famiglia tradizionale, sia per la rassegnazione ad un mondo che non la vuole come protagonista ma come elemento di supporto verso gli altri, utile solo per aiutare il prossimo. Le notti di Cabiria, in versione napoletana e kitsch, diretta da un maestro con una delle più grandi attrici italiane viventi.
Lucca 2017: Per Amor Vostro, Valeria Golino in una Napoli kitsch e in bianco nero
Nella meravigliosa pellicola di Giuseppe Gaudino, la grande attrice interpreta una donna alle prese con un mondo in bianco e nero che le tarpa le ali.