L’arte di Kusturica è complessa e mai complicata, si esprime in molti linguaggi e arriva dritta al cuore, ha la forma del sogno e l’espressione del pianto.
On the milky road – nella via lattea parte da tre storie, due ispirate a fatti realmente accaduti e una fantastica. Detto questo, le storie si intrecciano tra loro e contaminano la percentuale di verità che rappresentano; la storia e la fantasia si fondono, mostrando i due volti dell’essere umano. Da una parte abbiamo la natura (il paesaggio, gli animali, il clima), dall’altra la storia e quindi l’impatto umano sul mondo (la guerra, l’allevamento, il matrimonio). Rimangono in bilico l’arte e l’amore: porte aperte su un nuovo universo, per riabilitare l’uomo.
L’arte è quella di Kosta (Emir Kusturica), che prima della guerra era un musicista, ma che ormai si occupa di portare il latte dal villaggio al campo militare. Distratto e bizzarro, si dice abbia assistito alla decapitazione del padre con una motosega, rimanendone in qualche modo segnato.
L’amore invece è incarnato da Nevesta (Monica Bellucci), una bella italiana che ha fatto perdere la testa a molti, tra cui un generale inglese che la rivuole a tutti i costi. Costretta a fuggire e nascondersi, arriverà a perdere se stessa fino a ritrovarsi negli occhi di Kosta.
La storia è raccontata come una favola, in un contesto di guerra e povertà in cui però la bellezza e la redenzione sono ancora possibili. Kosta è come un Don Chisciotte, in sella a un asino, con l’aquila sulla spalla e un ombrello blu notte che gli copre il viso. Già si può capire il valore estetico e simbolico degli elementi sottoposti allo sguardo. Nevesta invece è una Cenerentola in una casa con un grande orologio in facciata, con ingranaggi che perdono il ritmo e feriscono chi prova a sistemarli. Sorride e munge la mucca, mentre la promettono in matrimonio al figlio della famiglia che l’ha salvata dal campo profughi. Una fattoria dove le oche si tuffano in una vasca di sangue, la gallina salta allo specchio e la vecchia padrona gioca a sexy poker su un computer a dir poco vetusto.
Intanto i soldati si sparano di giorno e fanno festa di sera, e mentre il suono sordo e tuonante dei fiati racconta la battaglia, gli archi e gli strumenti a corda sono incaricati di descrivere la gioia della taverna.
La musica del film varrebbe da sola la visione, con i canti e la danza di una tradizione popolare che ci riportano a un tempo lontano, alle origini e al credo di un popolo. La magia continua con i protagonisti che prendono il volo, si bagnano nel lago, aggrappati a delle zucche, e con i serpenti che li trattengono per salvar loro la vita e bevono latte.
Kusturica ritorna con uno sguardo Felliniano, per raccontare un amore adulto e regalarci un’interpretazione autentica di un uomo fantastico. una brava Bellucci metaforicamente a nudo, accettando le inusuali richieste del regista, è riuscita a costruire un vissuto profondo per il suo personaggio e a trasmetterlo attraverso un silenzio sofferto e una spontaneità fanciullesca.
On the milky road è un’opera intensa, di quelle capaci di nutrire il cinema, pertanto non possiamo che consigliarvi di andare a vederlo in sala a partire da giovedì 11.
On the Milky Road: torna in sala Kusturica, affiancato dalla Bellucci (recensione)
Emir Kusturica racconta una sognante storia d'amore su uno sfondo bellico con una brava Monica Bellucci.