Nei riconoscibili vicoli di Trastevere si ambienta quello che ha tutto l’aspetto di un romanzo di formazione; la forza di un confronto generazionale trova la sua voce nella poesia, mentre due mondi quasi opposti si incontrano e si arricchiscono vicendevolmente. Tutto quello che vuoi è un film di Francesco Bruni (già regista di Scialla), liberamente ispirato a Poco più di niente di Cosimo Calamini, e presentato al Bif&st 2017. Prodotto da Beppe Caschetto con il coinvolgimento delle case di produzione Rai cinema e IBC movie, arriva nelle sale italiane dall’11 maggio.
Alessandro (Andrea Carpenzano) è un giovane trasteverino, dai modi rozzi, che ha lasciato la scuola e spreca le sue giornate al bar con gli amici. Quando il padre decide di trovargli un lavoro, Alessandro si ritrova a far da badante a un anziano poeta affetto da Alzheimer, Giorgio (Giuliano Montaldo). Inizialmente riluttante, il giovane inizia ad affezionarsi all’uomo, prima in modo burbero e scettico e poi con un’impacciata dolcezza. Quando gli amici di Alessandro iniziano a usare la casa del poeta come quartiere generale scoprono però un segreto: Giorgio ha sotterrato un favoloso tesoro alla fine della seconda guerra mondiale. Parte così l’avventura per trovarlo e dissotterrarlo, a cui partecipa entusiasta anche il poeta. Grande sarà la sorpresa nello scoprire in cosa consiste realmente, e con essa sarà evidente la contrapposizione valoriale tra anziani e giovani, nonché un messaggio su cosa possa essere davvero prezioso in tempo di guerra.
La descrizione della malattia di Giorgio è l’unico aspetto veramente ben rappresentato del film: il suo personaggio è infatti quello meglio disegnato. Bruni è riuscito a portarlo sulla scena con delicatezza e attenzione, tanto da trasmettere allo spettatore il disagio di un uomo affetto da una malattia dai risvolti amaramente tragicomici. Ha attinto per questo alla sua storia personale: il personaggio di Giorgio è infatti fortemente ispirato al padre del regista, che aveva ugualmente sviluppato l’Alzheimer e che ritroviamo in molte delle battute pronunciate da Montaldo.
“I giovani si trovano più a loro agio con una persona anziana, che racconta chi eravamo”. Le parole del regista Francesco Bruni in conferenza stampa si concretizzano nell’assenza della generazione dei padri: nonni e nipoti sono le figure attorno a cui ruota il film. Gli svariati temi che la pellicola porta alla luce (come la solitudine degli anziani e l’importanza della memoria) sono macchiati da interpretazioni non sempre brillanti, spesso farraginose, ingessate ed evidentemente costruite. Gli unici degni di nota sono Giuliano Montaldo, Andrea Carpenzano (aiutato nella performance dal fatto che con suo nonno ha un rapporto simile a quello che Alessandro ha con Giorgio), e Donatella Finocchiaro, che interpreta Claudia, la madre di uno degli amici di Alessandro. Il livello del film si abbassa anche a causa di una sceneggiatura a tratti zoppicante, che non coinvolge. Pur puntando su elementi tipici del comico per alleggerire l’atmosfera, non vi riesce eccessivamente, disegnando per lo più soggetti caricaturali dal ruolo non facilmente identificabile. Il film si chiude con le situazioni iniziali rovesciate, a sottolineare la doppia faccia dei giovani: quattro ragazzi pervasi all’inizio dal nichilismo, diventano, novanta minuti dopo, un gruppo di giovani che discute del proprio lavoro, intonando vecchie canzoni inneggianti alla libertà. Nel complesso Tutto quello che vuoi risulta avere buoni spunti, ma con alcune cadute che non gli permettono di brillare.
Tutto quello che vuoi: l’amicizia tra generazioni lontane (recensione)
Giuliano Montaldo è un anziano malato di Alzheimer che stringe una singolare e bella amicizia con il suo giovane e premuroso badante.