Il tema della famiglia continua ad essere centrale nel cinema di Kore-Eda Hirokazu: dopo lo splendido Father And Son e Little Sister, il regista giapponese aggiunge un ulteriore tassello alla sua splendida filmografia con il lungometraggio Ritratto di Famiglia con Tempesta, presentato lo scorso anno a Cannes nella sezione Un Certain Regard; la pellicola uscirà nelle sale italiane il 25 maggio distribuita dalla Tucker Film, che in questi anni ha portato molti titoli di assoluto valore dall’Asia come Departures e Thermae Romae.
Ritratto di Famiglia con Tempesta è una dramedy che vede come protagonista un vero e proprio fallito.
Ryota (Abe Hiroshi) è un uomo che non è riuscito a diventare quello che voleva essere: da promessa della letteratura giapponese il suo carattere irrequieto lo ha portato a dilapidare tutto il suo talento per colpa del gioco d’azzardo, motivo principale della rottura con la ex moglie Kyoko (Maki Yoko); per pagare gli alimenti alla donna e al figlio Shingo (Yoshizawa Taiyo), l’ex scrittore si arrangia come investigatore privato. Un giorno i tre si ritrovano, per colpa di un tifone, nella casa della madre di Ryota, l’energica signora Yoshiko (Kiki Kilin): basterà una nottata ad aggiustare tutti gli attriti di questa famiglia?
Kore-eda Hirokazu confeziona una pellicola delicatissima che prende spunto dal grande cinema di Yasujiro Ozu.
I nipponici hanno un talento particolare nel raccontare storie tragiche con incredibile leggerezza e umorismo: il regista di Father And Son prende la vicenda di uomo che rientra pienamente nella categoria sociale del loser e la trasforma in una commedia della condizione umana, utilizzando il microcosmo familiare per compiere un’analisi della società giapponese di oggi (trait d’union in tutte le opere di Kore-eda, cineasta nato come documentarista). Il personaggio interpretato da un bravissimo Abe Hiroshi è un Peter Pan scansafatiche che non riesce a prendersi le sue responsabilità (cosa inaccettabile nel paese del Sol Levante) ma questo atteggiamento lo porta a farsi terra bruciata attorno a sé (il divorzio con la moglie, i rapporti non facili con la sorella stakanovista); l’unica persona in grado di indirizzarlo al cambiamento è il figlio, per cui prova un grandissimo affetto, che lo costringerà in qualche modo ad affrontare un sofferto processo di redenzione. Ma sarà vera redenzione? La bellezza del cinema giapponese (ma, più in generale, del cinema asiatico) è quella di non offrire allo spettatore risposte banali e scontate: non basta schioccare le dita per cambiare da un giorno all’altro, nella vita alcuni errori si pagano e tornare indietro è impossibile; questo Kore-eda lo spiega benissimo e nonostante ami il character di Ryota per la sua straordinaria umanità non gli concede alcun tipo di indulgenza. Ritratto di Famiglia con Tempesta, che si ispira alle pellicole del maestro Yasujiro Ozu, ha un plot narrativo non originalissimo e nella prima parte ci mette un pò prima di ingranare (qualche lungaggine di troppo poteva essere risparmiata) ma quando il film entra nel vivo non possiamo fare a meno di affezionarci a Ryota, alla sua mamma (interpretata da una magnifica Kiki Kilin) e agli altri due amori della vita dell’uomo, l’adorabile Shingo e la determinata Kyoko (personaggio femminile caratterizzato benissimo); l’equilibrio tra dramma e commedia è gestito dal cineasta in maniera eccellente dall’inizio alla fine (in alcuni momenti si ride molto) e, per aumentare il realismo della messa in scena, Kore-eda utilizza prevalentemente riprese fisse limitando i movimenti di macchina allo stretto necessario, scelta che risulta vincente (se vi aspettate un finale in stile hollywoodiano, avete sbagliato film).
La sensibilità del cinema giapponese non la scopriamo certo oggi ma, rispetto alle produzioni occidentali, qui da noi viene apprezzato solo da una nicchia di appassionati, per colpa anche di una distribuzione non sempre all’altezza (per esempio molti grandi film di Takeshi Kitano, Takashi Miike e Sion Sono nel nostro paese sono ancora misteriosamente inediti); per questo motivo bisogna fare un plauso alla Tucker Film, che ha la forza e il coraggio di proporre un lungometraggio come Ritratto di Famiglia con Tempesta, così diverso da ciò che viene proposto di solito nelle sale nostrane.