Dopo circa 20 anni dalla prima avventura in cui lo abbiamo conosciuto, i guai per mare non hanno smesso di inseguire lo scaltro Jack Sparrow (Johnny Depp) che si trova ora a dover affrontare il primo dei suoi nemici, conosciuto in gioventù, e il più temibile tra tutti quelli visti finora: Armando Salazar (Javier Bardem), capitano fantasma fortuitamente fuggito dal Triangolo del Diavolo che lo teneva prigioniero al buio e intende ripulire il mare dalla piaga dei pirati e saldare così il conto in sospeso che ancora lo tiene legato a Jack. L’unica soluzione per quest’ultimo è trovare il tridente di Poseidone, in grado di controllare il mare, affidandosi all’aiuto dell’astrologa Carina Smyth (Kaya Scodelario) e del giovane marinaio Henry (Brenton Thwaites), mentre Capitan Barbossa (Geoffrey Rush), arricchito di tesori e di flotte, stringe una pericolosa alleanza.
La ciurma che ha realizzato Pirati dei Caraibi – La Vendetta di Salazar è capitanata come sempre dal produttore Jerry Bruckheimer, che per l’occasione si è affidato ai registi Joachim Rønning e Espen Sandberg, con l’intenzione di ritornare a una regia di azione che si avvicini a quella dei primi tre capitoli diretti da Gore Verbinski, e si allontani il più possibile da quella che Rob Marshall utilizzò per l’ultimo capitolo uscito in sala, Pirati dei Caraibi – Oltre i Confini del Mare, senza dubbio il più scadente della saga. Le coreografie strabilianti lasciano spazio alle scenografie e agli effetti visivi che certo non deludono le aspettative. Il giovane Jack che intravediamo appena nel trailer, compare nel film con sorprendente verosimiglianza, e il Salazar di Javier Bardem è inquietante nel suo muoversi come fosse sempre sott’acqua senza però sembrare innaturale e estraneo al resto del film. Sorprendenti squali fantasma e un equipaggio di inediti morti viventi non ci fanno rimpiangere i maledetti dalla Luna del primo film, né la ciurma dell’Olandese Volante. I costumi e i trucchi sono come sempre estremamente dettagliati, ed è certamente Capitan Barbossa, il personaggio a cui nel film precedente era già stato dato un aspetto più aristocratico, il più privilegiato sotto questo aspetto. Carina Smyth con i suoi vestiti ampi, e Henry con la sua coda ai capelli, non servono solo ad introdurre una nuova storia d’amore, ma a riportarci alla memoria i protagonisti della prima trilogia interpretati da Orlando Bloom e Keira Knightley e cercare così di chiudere un cerchio iniziato ormai tanto tempo fa.
Lo script, nonostante sia articolato ma chiaro e decida di privilegiare la ricerca dell’identità come tema centrale rispetto a quello della storia d’amore, continua tuttavia a soffrire del peso di tutti i film precedenti: le gag di Jack Sparrow sono quasi tutte prevedibili e uguali a se stesse, e nel momento in cui si presentano in scena lo spettatore il più delle volte – non sempre, per fortuna – risponde con un timido sorriso. Johnny Depp sembra essersi adagiato sul personaggio che lo ha reso ancor più famoso e gli ha procurato una nomination agli Oscar nel 2004, non aggiungendovi però nulla rispetto alle altre quattro volte, rendendolo così stucchevole e quasi superfluo. Molto più interessanti sarebbero stati i personaggi di Henry e Carina, se solo gli sceneggiatori avessero pensato di approfondirli maggiormente, regalando allo spettatore più carne al fuoco con cui poter degnamente concludere una saga comunque ricca e col merito di aver creato un immaginario unico rispetto al genere.
Di buono ci sono i grandi capitani del film: Javier Bardem è un solida alternativa all’umorismo di Jack Sparrow e il suo Salazar raggiunge il massimo del divertimento proprio quando sembra dover esplodere in crudeltà. Geoffrey Rush, attore magnifico a cui il resto del cast deve credibilità, continua a regalare al suo Capitan Barbossa nuova linfa, grazie alla quale possiamo aggiungere altri tasselli a un personaggio che sembra non doversi mai esaurire e che resta senza ombra di dubbio il più sviluppato dell’intera saga.
Questo nuovo Pirati dei Caraibi è una montagna russa di alti e bassi, con momenti estremamente spettacolari, irrinunciabili per chi cerca la meraviglia visiva al cinema, e altri di poca sostanza, dimenticabili per chi invece cerca una storia solida. Non proprio un buon compromesso se guardiamo all’inarrivabile La Maledizione della Prima Luna e se speravamo in un ultimo capitolo all’altezza del primo. Ma chissà se Jerry Bruckheimer non abbia già intenzione, certo del prevedibile successo al botteghino, di realizzare un nuovo sequel che chiuda perfettamente la saga e le vicende della miriade di personaggi che la animano. Vita da pirata, comprendi?
Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar: recensione in anteprima (no spoiler)
Di Elena Pisa
Jack Sparrow torna al cinema e stavolta il nemico è il Salazar di Javier Bardem. Una pellicola ricca di sorprese ma lontana dai fasti degli esordi.