Colin e Cameron Crains si presentano al ‘grande pubblico’ con un piccolo gioiellino horror portato in home video per l’Italia in una curata edizione di Midnight Factory, nome caro agli amanti della paura. Scare Campaign, produzione australiana del 2015, racconta di una troupe televisiva che realizza un prank show a tema horror. I protagonisti, filmando scherzi terrificanti ai danni di vittime ignare, confezionano uno degli spettacoli più acclamati in circolazione; ma quando un gruppo che si fa chiamare “i Pazzi Mascherati” inizia a realizzare uno snuff show analogo in cui però le vittime degli scherzi vengono uccise realmente, gli ascolti iniziano a crollare. Per raggiungere l’ambito rinnovo di stagione, i nostri saranno costretti ad innalzare il livello di tensione all’interno del programma, ma – come è facile prevedere – le cose andranno decisamente storte.
Il film dei fratelli Crains è strutturato come una matrioska: ogni qual volta si è convinti di aver compreso quel che sta accadendo in scena, la narrazione prende un’altra direzione. L’idea è ottima, perché nonostante la struttura rischi di far calare la credibilità della pellicola agli occhi dello spettatore, la tensione è sempre al giusto livello e mantiene elevatissima l’attenzione. La dose di violenza e orrore cresce di pari passo alla tensione, tanto che dal semplice ‘spavento’ si finisce per passare a una vera carneficina, in cui degli ottimi effetti speciali pratici rendono la materialità della violenza molto meglio di quanto non avrebbe potuto fare la CGI. La forza della pellicola sta proprio nel giocare con la percezione della realtà, tanto da illudere che anche gli omicidi messi in scena per il prank show stiano veramente accadendo nella finzione della storia, costruendo una mise en abîme estremamente interessante. L’aspetto metacinematorafico è probabilmente la vera forza di di Scare Campaing: è evidente infatti l’idea dei registi di sensibilizzare sull’atrocità del mondo dei media, in cui per fare ascolti si è pronti ad assecondare le più basse pulsioni di un pubblico che è tanto sovraesposto alla finzione e affamato di verosimiglianza da arrivate a preferire le morti reali a quelle recitate.
Un concetto tutt’altro che superficiale che ci riporta alla mente tanto White Bear, episodio dell’acclamata serie Black Mirror, quanto – in misura diversa – il ben più avanguardista La Decima Vittima (1965) di Elio Petri.
In Scare Campaign funziona ottimamente anche il casting, che puntando su volti poco conosciuti contribuisce a far funzionare al meglio i vari colpi di scena previsti in sceneggiatura. Tra tutti spicca il volto della giovane, ma bravissima, Olivia DeJonge, apparsa nel 2015 nell’ottimo ritorno alla regia del re dei plot-twist M.Night Shyamalan, The Visit.
Scare Campaign è una piccola produzione che però riesce a sorprendere, a intrattenere e a non risultare mai banale; una pellicola con spunti tanto interessanti da riuscire a convince non solo i più fedeli adepti dell’horror ma anche un pubblico più generalista, purché disposto a concedersi un home video in cui di certo il sangue non manca.
In blu-ray Scare Campaign: quando il reality è da incubo (recensione)
Di Matteo Brega
Arriva in home video un interessante horror che, tramite un'inaspettata mise en abîme, attua una critica della società dello spettacolo.